
IL POPOLO
Fondato nel 1923 da Giuseppe Donati

Per molti osservatori stranieri la politica, in Italia, è incomprensibile. Il Paese è certamente democratico, ma i partiti si azzannano tra loro, specie se sono all’opposizione. Non ci sono più idee da proporre, ma solo le faccine sorridenti e melense dei leader nei manifesti e nelle liste elettorali (vota Renzi, vota Meloni, vota Conte, vota Salvini, e così via). Le opinioni politiche sarebbero tutt’altra cosa, ma non ne abbiamo più nessuna. Noi votiamo il leader, l’illuminato (o l’illuminata), non le idee o i programmi.
Il Segretario Politico della Democrazia Cristiana dott. Totò Cuffaro, il Presidente del Consiglio Nazionale dott. Renato Grassi, i V. Presidenti, i Membri del Consiglio e della Direzione Nazionali porgono a tutti gli Iscritti e alle loro Famiglie gli auguri più fervidi di Buon Natale e Buon Anno 2024. In questo tempo che rattrista i cuori e segna una fase complessa della storia mondiale è necessario sentirci uniti e solidali soprattutto con chi in questo anno è stato visitato dalla malattia o dalla scomparsa di qualche persona cara. La memoria della Natività del Figlio di Dio, che solo per amore si è fatto uomo, colmi i nostri cuori di vera speranza, perché tutti possiamo intravedere il tempo di una possibile rinascita spirituale e sociale.
Il centenario de IL POPOLO (1923-2023) è l’occasione propizia per riandare ad aspetti salienti della sua storia, ricordando ad esempio il direttore Guido Gonella come anche altri personaggi legati in quegli anni al Popolo, quali De Gasperi, Spataro, Tupini, Scodro, Ridomi, Amadei Segreto. Ecco il Popolo clandestino, la tipografia condivisa col Popolo di Roma, Palazzo Sciarra. Narratore d’eccezione Giulio Andreotti, che a quelle vicende partecipò in prima persona rievocandole poi nel suo famoso “Visti da vicino” ...
C’è un quadro politico generale nel paese che allarma sempre di più la società civile i corpi intermedi e il mondo dell’imprenditoria. Ed è evidente soprattutto nel crescente clima da resa dei conti - come si fosse già in piena campagna elettorale - con tanto di duelli verbali, ora con rappresentanti delle opposizioni, ora con organismi sindacali, ora con singoli cittadini, senza alcun risparmio dei colpi bassi, nel palese obiettivo di mettere all’angolo ogni avversario politico.
Siamo al limite del tempo massimo consentito per l’eventuale raccolta delle firme per una lista unitaria dell’area politica cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale, necessarie per poter partecipare autonomamente alle prossime elezioni europee. La possibilità offerta dalla legge elettorale proporzionale che regola il voto europeo dovrebbe suggerire il buon senso e permetterci di superare le suicide divisioni che hanno caratterizzato la lunga stagione della diaspora, tutt’ora in atto. Interessante e fuori dagli schemi consueti la proposta della DC di Cuffaro di una lista unitaria dei “Liberi e Forti”...
Considerato che si voterà per l’elezione del nuovo parlamento europeo, sarebbe corretto chiarire agli elettori e alle elettrici a quali aree politiche ci si intende collegare dopo il voto. Se a sinistra sembra scontato che i diversi partiti di quest’area faranno tutti riferimento a livello europeo al PSE, assai più frastagliata è la situazione dei partiti che, a diverso titolo, si dichiarano “al centro” della politica italiana. Cuffaro ha rilanciato ipotizzando la lista dei “Liberi e Forti”, un progetto interessante che andrebbe seriamente discusso se, come da qualche tempo anche gli amici di Iniziativa Popolare perseguono, fosse lo strumento per un primo passo di ricomposizione politica dell’area cattolica, unita nella prospettiva del sostegno al PPE e, strategicamente orientata a realizzare analoghe convergenze alle prossime elezioni comunali, provinciali e regionali, sino alle future elezioni politiche.
Nonostante i molti tentativi sin qui compiuti per la ricomposizione politica dell’area cattolica, alla vigilia delle prossime elezioni europee, gli ex DC e Popolari si dividono tra chi cerca una facile candidatura in una lista di destra o di sinistra e chi, come Iniziativa Popolare, sollecita una lista unitaria dei cattolici, raccogliendo insieme le firme necessarie per la sua presentazione. Se l’obiettivo principale fosse quello di inviare qualche rappresentante al parlamento europeo, la scelta più facile dell’inserimento in una delle liste d’area, sarebbe comprensibile.
Ci sono innumerevoli ragioni per non fare inaridire la spinta e creare i migliori presupposti per una riunificazione dell’area democristiana. La principale è la politica di questo governo Meloni che ci nasconde sempre meno l’idea di fondo che sottende al disegno che vuole mettere in campo in questa legislatura. È un’idea che non ha nulla a che fare con un modello di destra moderna. Anzi, man mano che si dipanano i tanti provvedimenti securitari che si mettono in campo in risposta ad una orchestrata scenografia della paura, che le destre, in una perenne campagna elettorale, continuano a montare, viene a disvelarsi la natura reazionaria e autoritaria di questo esecutivo che sta totalmente esautorando il Parlamento dalla naturale e concreta funzione normativa.
Il segretario nazionale della DC, Totò Cuffaro ha replicato alle dichiarazioni dell’On. Maurizio Gasparri. Il vice presidente del Senato Gasparri, a margine della convention di Forza Italia tenuta l’altro ieri a Taormina, nel messinese, su un eventuale accordo con la Dc, aveva dichiarato: “Lo vedranno in Sicilia i nostri dirigenti”.
È in atto un gigantesco rimescolamento di carte sul piano mondiale, favorito dalla globalizzazione. L’egemonia americana (genericamente definita “occidentale”) è contestata sia dalla Russia e dalla Cina sia dalle nuove potenze che sono emerse dopo la decolonizzazione. Non a caso Putin ha teorizzato un nuovo assetto mondiale, definito “multipolare”, nel quale un limitato numero di grandi Paesi avrebbero delle zone d’influenza riservate, relegando gli Stati Uniti al ruolo di potenza regionale.