
IL POPOLO
Fondato nel 1923 da Giuseppe Donati

Nella nostra area socio culturale e politica continuano le divisioni ereditate dalla longa e dolorosa diaspora post DC. Non siamo nelle condizioni storico politiche del 1943. Non abbiamo né un Demofilo/De Gasperi, né una realtà cattolica oggi assimilabile a quella dell’Italia di quel tempo. Da molte persone si sottolinea che servirebbe un federatore capace di avviare il progetto con un’autorevolezza tale da facilitare la ricomposizione basata sulla fedeltà ad alcuni fattori portanti; l’ispirazione ai principi della dottrina sociale cristiana, la fedeltà ai valori della Costituzione repubblicana e a quelli dell’europeismo e dell’Occidente. Come trovare questo federatore?
C’è un dato comune che fa assomigliare talune forze politiche attuali ai tanti piccoli vassalli di epoca feudale, sempre, affannosamente in cerca di nuove sudditanze verso alleanze più convenienti, per mantenere e accrescere le loro rendite di posizione, ora guardando a quel principe, ora all’altro.È l’affermazione di una strategia elettorale che sembra abbia definitivamente messo ai margini la primaria esigenza della spendita del proprio progetto politico quale biglietto identitario per veicolare nell'opinione pubblica i tratti essenziali e significanti della propria proposta politica. L’amara considerazione prende spunto dall’intervista di ieri, 7 febbraio, del segretario Cuffaro al Giornale Italia Oggi.
Non è poco l’interesse che sta suscitando il dibattito sul (che fare?), tra DC e popolari, nel condiviso obiettivo di una ricomposizione della diaspora che, con lo scioglimento apparente della DC, prese tratti diversi e talora contrapposti. Di certo è un momento assai pregnante quello che stiamo registrando in queste settimane. Sta di fatto che non si contano incontri e convegni tesi a sviscerare tutte le possibili convergenze sul tema dell’unità di tutta l’area che si riconduce all’esperienza della DC.
Dal surplace all’eliminatoria a squadre (australiana), sperando di risultare vincenti. Seguo la metafora del ciclismo su pista, tenuto presente che, alla fase di immobilismo-surplace di qualche tempo fa, ora si è ingrossata la fila dei concorrenti al progetto di ricomposizione politica dell’area cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale. Dopo Iniziativa Popolare, Tempi Nuovi, Insieme, Piattaforma 2024, si è aggiunta la squadra di Base Popolare, mentre dall’area liberal repubblicana, Carlo Calenda, che al tempo delle ultime elezioni per il consiglio comunale di Roma, aveva respinto l’offerta per una lista con i DC romani, ora intende offrire una casa ai Popolari “per continuare a esistere insieme”.
Dobbiamo avere più coraggio e meno rivalità negativa: "Insieme" possiamo dare una speranza e un futuro migliore a un popolo che si va rassegnando o che subisce i cupi scenari dei poteri forti, dobbiamo sostenere la fiducia nei giovani che numerosi invece si vanno addormentando con l'uso delle droghe e dello "sballo" del sabato sera. Abbiamo il dovere di attrarre un nuovo interesse ed entusiasmo perché ciascuno dia un progetto alla propria vita, con "i talenti ricevuti" e alla collettività che s'ispiri ai valori forti che sono nel Vangelo di Gesù e nell'insegnamento del Magistero della Chiesa e nei principi della nostra Costituzione repubblicana.
È cominciata la faida elettorale. Ce n’è per tutti: le Regioni, l’Europa. I candidati si affollano. Alcuni si propongono, altri ci stanno pensando. Quasi tutti aspirano. In Europa la legge elettorale è proporzionale. Niente inciuci. I partiti italiani si peseranno sui loro voti effettivi. La sfida è tutta qui, perché dell’Europa non gliene frega niente. Riuscirà a non perdere colpi Forza Italia? Si rafforzerà Fratelli d’Italia? Che possibilità avranno i 5Stelle?
Di tutte le cose da cui uno deve guardarsi, certamente la più importante quella di guardarsi dai cretini, specie in politica. Il cretino non è un soggetto speciale. È troppo diffuso e versatile. Alligna dovunque, in politica come in famiglia, nelle scuole come nella diffusione mediatica. Quando, poi, è condiviso da molti altri diventa un influencer, ma sempre cretino è. Poche volte agisce, più spesso parla e fà danni.
Per molti osservatori stranieri la politica, in Italia, è incomprensibile. Il Paese è certamente democratico, ma i partiti si azzannano tra loro, specie se sono all’opposizione. Non ci sono più idee da proporre, ma solo le faccine sorridenti e melense dei leader nei manifesti e nelle liste elettorali (vota Renzi, vota Meloni, vota Conte, vota Salvini, e così via). Le opinioni politiche sarebbero tutt’altra cosa, ma non ne abbiamo più nessuna. Noi votiamo il leader, l’illuminato (o l’illuminata), non le idee o i programmi.
Il Segretario Politico della Democrazia Cristiana dott. Totò Cuffaro, il Presidente del Consiglio Nazionale dott. Renato Grassi, i V. Presidenti, i Membri del Consiglio e della Direzione Nazionali porgono a tutti gli Iscritti e alle loro Famiglie gli auguri più fervidi di Buon Natale e Buon Anno 2024. In questo tempo che rattrista i cuori e segna una fase complessa della storia mondiale è necessario sentirci uniti e solidali soprattutto con chi in questo anno è stato visitato dalla malattia o dalla scomparsa di qualche persona cara. La memoria della Natività del Figlio di Dio, che solo per amore si è fatto uomo, colmi i nostri cuori di vera speranza, perché tutti possiamo intravedere il tempo di una possibile rinascita spirituale e sociale.
Il centenario de IL POPOLO (1923-2023) è l’occasione propizia per riandare ad aspetti salienti della sua storia, ricordando ad esempio il direttore Guido Gonella come anche altri personaggi legati in quegli anni al Popolo, quali De Gasperi, Spataro, Tupini, Scodro, Ridomi, Amadei Segreto. Ecco il Popolo clandestino, la tipografia condivisa col Popolo di Roma, Palazzo Sciarra. Narratore d’eccezione Giulio Andreotti, che a quelle vicende partecipò in prima persona rievocandole poi nel suo famoso “Visti da vicino” ...