IL POPOLO
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Esteri
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Tira una brutta aria a livello geopolitico per le tante guerre in corso col rischio elevato, enunciato dal ministro della difesa inglese, di una terza guerra mondiale. Una situazione tanto più delicata per un Paese come l’Italia, la cui politica estera è a trazione divergente tra l’atlantismo della presidente e del ministro degli esteri e il filo putinismo di Salvini. Una situazione unica nella storia della repubblica italiana quella di un governo sostanzialmente diviso sulla politica estera. Una divisione che si estende anche con riferimento alle elezioni presidenziali americane, con Taiani, in equilibrio prudente tra i due contendenti e Salvini dichiaratamente schierato pro-Trump.
La reazione israeliana c’è stata. La ritorsione si è consumata con dei droni partiti da una qualche località imprecisata all’interno di Israele, colpendo alcuni obiettivi militari a Isfahan. A sentire gli Iraniani, pare che non se ne siano nemmeno accorti. Israele non ha rivendicato la sua ritorsione. I droni sono piovuti dal cielo. Non è stato lo Spirito Santo, perché nessuno dei contendenti è cristiano. Forse è stato l’arcangelo Gabriele. In conclusione, il leone israeliano ha emesso un debolissimo ruggito che, a distanza, è sembrato lo squittio di un topo. Né morti né feriti, solo qualche danno, irrilevante.
Almeno 27 bambini sono morti di fame e le voci secondo cui una tregua sarebbe sempre più lontana hanno indebolito ulteriormente lo spirito degli abitanti di Gaza, che ormai non sanno cos'altro aspettarsi, a parte l'invasione di Rafah. Molti civili innocenti, uomini, donne, bambini e anziani, stanno pagando il prezzo di questa guerra. Ungo la mia voce a quella del mondo per una tregua permanente e un cessate il fuoco immediato
Dopo più di 150 giorni di guerra, e in attesa dell'annunciata invasione terrestre di Rafah, mai smentita, l'orrore continua in tutta la sua crudezza. Il fatto incontrovertibile è che più di 100 civili affamati e senza casa - donne, anziani, giovani uomini - che hanno vissuto l'inferno negli ultimi cinque mesi sono stati schiacciati, calpestati o colpiti da colpi di arma da fuoco mentre correvano verso alcuni camion che trasportavano cibo.
Ciò che sta accadendo nell’Africa ex-francofona segna forse un passaggio importante: la fine dell’influenza francese e della pseudo democrazia africana. A torto o a ragione (ma forse a ragione), l’Africano medio non ne può più della continua, ingombrante presenza francese dopo la decolonizzazione. Il primo segnale l’hanno dato il Mali, la Guinea e il Burkina Faso. Scacciati i Francesi si sono rivolti ai Russi, già presenti in Ciad, al posto dei Francesi, e in Libia, al punto che la presenza della Wagner è un fatto assodato. La morte di Prigozhin può cambiare solo formalmente le carte che si stanno giocando sulla continua rapina delle risorse minerarie e agricole locali.
Nessuno al mondo, credo, pensa che la morte di Prigozhin e dei suoi uomini sia stata accidentale. La vendetta è un piatto che si gusta di più a freddo, e in questo Putin, abituato ai rigori degli inverni moscoviti, è un maestro. Se si è trattato di un incidente, cosa assai improbabile, Putin si è tolto di torno un concorrente pericoloso, senza compromettersi. Se, invece, è stata la contraerea russa a colpire l’aereo in volo, qualcuno avrà dato l’ordine di abbatterlo, e non credo che sia stata un’iniziativa personale. Non si sfida impunemente uno Zar.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali del Paese con oltre il 52% dei voti a favore. L'islamista continuerà a guidare il Paese ottomano per altri cinque anni. ll presidente Recep Tayyip Erdogan ha condiviso un messaggio tramite il suo account ufficiale dopo aver vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali.
Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Africa il 25 maggio, si è svolto a Roma nella sede dello Spazio Europa il 23 maggio 2023 il Convegno “L’Europa abbraccia l’Africa”. A conclusione è stato lanciato un appello alla Commissione Europea e al Governo Italiano per valorizzare ed implementare i finanziamenti a quelle buone pratiche di microprogetti e microimprese, gestiti da missionari, ONG e PMI, sperimentati con grande successo negli anni a favore delle popolazioni rurali in Africa.
L’Italia è indiscutibilmente uno dei più fedeli alleati degli USA. I nostri immigrati ivi si sono fatti da generazioni sempre onore contribuendo non poco allo sviluppo sociale industriale culturale di quella Nazione. Vivendo da immigrato negli States ho potuto apprezzare quanta stima ci sia nei nostri confronti.
Quella specie d’insurrezione che c’è stata domenica scorsa a Brasilia ha suscitato stupore e sconcerto un po’ dappertutto. Si è parlato di democrazia violata, di destre che pretendono comunque di stare al potere anche se hanno perso alle elezioni, di ritorno della tirannia e cose consimili. La situazione politica, in Brasile, è da parecchio tempo confusa. Bolsonaro, il Trump brasiliano, chiaramente di destra, ha perso le elezioni presidenziali contro Lula, uomo di sinistra, suo tradizionale avversario. Per un punto o quasi, dopo una campagna elettorale velenosa.