Si sono riuniti presso il piccolo auditorium “ Aldo Moro” a Roma i rappresentanti delle quaranta associazioni, partiti e movimenti che nei giorni scorsi avevano sottoscritto l’atto notarile del patto costitutivo della Federazione Popolare dei DC. Al tavolo della presidenza il comitato provvisorio di coordinamento: Giuseppe Gargani, Lorenzo Cesa, Renato Grassi, Mario Tassone e Ettore Bonalberti. Gargani ha aperto la conferenza stampa di presentazione della Federazione, evidenziando che trattasi del battesimo del progetto federativo, per uscire finalmente dalle catacombe nelle quali la damnatio memoriae aveva sin qui emarginato la cultura politica dei cattolici democratici e dei cristiano sociali e dalla condizione di irrilevanza patita nella lunga stagione della diaspora . La contemporanea crisi della sinistra e del centro che si riscontra in tutta Europa ha fatto crescere una destra eversiva, pericolosa e anomala; una realtà che non si era mai conosciuta prima in Italia dopo la tragica esperienza fascista. Una condizione che trova la sua origine nel superamento della legge elettorale proporzionale e l’avvento di partiti di tipo personalistico senza alcuna cultura di riferimento. Manca una cultura del bene comune e prevalgono le tentazioni giustizialiste.
Lorenzo Cesa, ha sottolineato il grande lavoro compiuto insieme e il valore di questa iniziativa federalista nella quale è impegnato insieme ai suoi amici UDC per sviluppare questo progetto che si propone di concorrere alla costruzione del nuovo centro della politica italiana ispirato dai valori della dottrina sociale cristiana. Un centro che, come nella migliore tradizione della DC, si ponga in alternativa con la deriva nazionalista e populista e con la sinistra e che riconfermi la storica adesione all’unione europea voluta dai padri fondatori DC. Un grazie agli amici che hanno reso possibile questo rassemblement che vuol essere aperto all’apporto di quanti intendono concorrere con noi a realizzare il nuovo centro della politica italiana inserito a pieno titolo nel PPE.
Come Rotondi ha messo a disposizione della federazione la fondazione DC, quale strumento di approfondimento programmatico e di formazione, così l’UDC è pronta a mettere a disposizione la sua struttura organizzativa senza alcuna velleità di ruoli preminenti, ma nel rispetto della collegialità assunta a metodo democratico come stabilito dalle norme del patto sottoscritto Mario Tassone ha espresso la sua soddisfazione per una giornata che vorremmo, ha detto, fosse ricordata come una tappa importante nel processo di ricomposizione dell’area politica popolare e democratico cristiana.
Renato Grassi ha evidenziato come la federazione segni il raggiungimento di un traguardo che la DC, “ partito mai giuridicamente sciolto”, ha perseguito dal 2012 anno del suo congresso rifondativo, replicato nell’ottobre 2018. Serve dar vita, ha proseguito Grassi, a una novità nella politica italiana, sapendo intercettare i fermenti che le nuove generazioni impegnate sui temi ambientali o sulla difesa dei valori costituzionali stanno esprimendo in molte piazze italiane. Fermenti e valori ai quali solo la cultura del popolarismo e della dottrina sociale cristiana sono in grado di offrire risposte convincenti. Ettore Bonalberti ha sollecitato la Federazione all’impegno organizzativo sul territorio attivando la formazione di strutture federative nelle regioni, province e comuni italiani, tenendo presente che lo scontro in atto è sempre più quello tra populismo e popolarismo, tra europeisti e anti europeisti. Considerate le difficoltà oggettive e politico culturali della sinistra, solo dal popolarismo aggiornato ai temi dell’età della globalizzazione può venire una risposta alle attese della povera gente e delle nuove generazioni.
Come un albero antico, ha detto Bonalberti, possiamo cambiare le foglie conservando però le radici e possiamo adattare le nostre proposte ai nuovi bisogni delle classi popolari e dei ceti medi, conservando la fedeltà ai nostri principi. Alla discussione seguita sono intervenuti tra gli altri: gli on. Eufemi e Gemelli, il prof. Giannone coordinatore del comitato scientifico della fondazione DC, che ha confermato la disponibilità a svolgere un positivo ruolo nella formazione e nello scambio culturale con le altre realtà di area cattolica, a partire da quelle che hanno sottoscritto il manifesto Zamagni, sul quale tutta la Federazione popolare dei DC si riconosce.
Al riguardo molto importante è stata la presenza alla conferenza stampa dell’on. Lucio D’Ubaldo, esponente della “rete bianca” il quale, raccogliendo l’invito fattogli dal comitato, ha ricordato che : “siamo in una fase nuova in cui sentiamo il bisogno di discutere fra di noi- serve prima una riflessione comune superando il limite di stare sulla soglia dell’impresa importante- prima di costruire un partito serve capire cosa serve al paese- oggi sulla questione del centro sono gli altri a interrogarci , ma tutti ragionano su questo argomento”..
Si è così aperto un dialogo tra Federazione popolare dei DC e alcune realtà degli amici del manifesto Zamagni che ci auguriamo possa produrre positivi frutti unitari. Dopo gli interventi degli amici Gemelli, Rotunno, Moreno, Palumbo, Ferlicchia, Orioli, Copertino, Laganà, Tucciariello, Pezzino, Puja. L’on. Gargani ha concluso i lavori con l’augurio che dopo il battesimo si possa finalmente attivare la crescita della Federazione per superare definitivamente la dolorosa diaspora post DC dei cattolici.
Massima apertura a costruire in sede locale nuclei della Federazione popolare con altre culture laiche, liberali e riformiste e nomina dei coordinatori provvisori della federazione in tutte le realtà locali, per preparare con gli amici soci e simpatizzanti le liste della federazione alle prossime scadenze elettorali regionali, comunali e in previsione delle elezioni politiche alla data che si terranno.
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FEDERAZIONE POPOLARE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI
REGOLAMENTO PROVVISORIO
PUNTO PRIMO
Premessa
Gli artt. 1 e 3 dello Statuto federale indicano le ragioni del nostro stare insieme. Trattasi di voler “… determinare una piattaforma comune per confrontarsi con altri movimenti e altre associazioni che si ispirano a uguali valori culturali e politici, utili per determinare un’aggregazione omogenea e per realizzare obiettivi comuni”.
Il continuo confronto tra movimenti e associazioni, che si ispirano agli stessi valori culturali e politici, costituisce il sistema più idoneo a “determinare un’aggregazione omogenea”. L’impegno alla realizzazione di obiettivi comuni passa dalla collaborazione di tutte le Forze politiche omogenee in vista della gestione dell’azione comune.
Così come è noto, tutte le aggregazioni politiche, che partecipano alla Federazione popolare, conservano le proprie organizzazioni originarie, mentre lo scopo primario della Federazione è quello di dar vita a “nuovo soggetto politico” unitario, al cui interno le singole aggregazioni politiche sono rappresentate dai “propri segretari politici e responsabili ...”.
Per garantire l’unità dell’azione politica, basterebbe che gli statuti e regolamenti, interni ai Partiti e alle Associazioni politiche, che della Federazione sono i Soci fondatori, recepiscano gli artt. 1 e 3 dello Statuto federale.
Va poi apprezzata la necessità di creare un organo di garanzia, cui affidare la soluzione di eventuali contrasti che dovessero emergere dal confronto tra le norme della Federazione e quelle contenute negli statuti e regolamenti interni. In attesa che l’Assemblea federale nomini un’apposita Commissione per le modifiche statutarie, che studi il problema e ne affidi la soluzione all’Assemblea, la proposta è che la materia venga affidata temporaneamente al Comitato federale.
Il Regolamento dovrà ancora disciplinare il passaggio dalla fase costituente all’assetto definitivo della Federazione.
La proposta è che il Comitato federale (art. 8 dello Statuto), sentiti i Coordinatori regionali “provvisori”, che riferiscono sullo stato dell’organizzazione politica all’interno del loro territorio, decida il momento di indire le elezioni dei rappresentanti locali della Federazione popolare. Si passerà poi alle elezioni dei rappresentanti politici degli Organi federali nazionali.
Le elezioni, da effettuarsi sia in sede nazionale che nelle sedi periferiche, saranno disciplinate dalle norme del Regolamento elettorale, che sarà approvato dall’Assemblea Nazionale entro un anno dall’entrata in vigore del presente Regolamento provvisorio.
PROPOSTA DI NORMAZIONE
Art. 1
a) Nella necessità di determinare un’aggregazione politica omogenea, che dia vita ad un nuovo soggetto politico popolare, e per realizzare gli obiettivi comuni, come tali individuati dallo Statuto della Federazione popolare dei Democratici cristiani e dal suo programma politico, i Soci fondatori sono impegnati ad attivarsi per il recupero della medesima cultura e dell’identità politica che costituiscono la condizione per l’esercizio di un’azione comune; tanto nel puntuale rispetto degli artt. 1 e 3 dello Statuto.
b) A tal fine, i Partiti e le Associazioni politiche, i cui rappresentanti hanno sottoscritto il Patto federativo, recepiscono, all’interno dei propri statuti e regolamenti, oltre all’adesione al Patto medesimo, anche l’impegno e le finalità individuati dalla norma che precede.
c) I Partiti e le Associazioni, che hanno aderito al Patto federativo, s’impegnano ad agevolare l’azione politica e elettorale della Federazione popolare, anche mettendo a sua disposizione le proprie organizzazioni nazionali e locali. Tanto valga soprattutto in occasione delle elezioni, laddove la Federazione popolare si presenterà unita, utilizzando un unico simbolo.
d) L’assemblea dei Soci fondatori è impegnata a creare un organo di garanzia, che vigilerà sul rispetto delle norme che precedono. In via provvisoria, tale compito resterà affidato al Comitato federale.
PUNTO SECONDO
Premessa
Se in sede nazionale la volontà e l’azione della Federazione resta affidata ai suoi Organi statutari e, dunque, all’Assemblea federale, al Comitato federale e all’Ufficio di Coordinamento, analogamente, bisognerà prevedere con riferimento alle singole realtà territoriali. Anche al loro interno, infatti, dovrà essere assicurata l’unità dell’azione politica della Federazione. La relativa disciplina dovrà essere affidata alle norme di regolamento.
All’interno delle singole Regioni, l’azione politica unitaria della Federazione dovrà essere assicurata dal Coordinatore regionale. Questi sarà nominato in via provvisoria dall’Ufficio di Coordinamento “provvisorio”. Si renderà utile, a tal fine, che i singoli Partiti e Associazioni, federati tra loro, indichino le persone più idonee a ricoprire quell’Ufficio; sarà poi il Coordinamento “provvisorio”, in sede collegiale, a scegliere la persona più adatta al ruolo e, maggiormente, rappresentativa sul territorio.
Il medesimo procedimento, previsto per l’organizzazione delle sedi regionali, dovrà essere adottato anche con riferimento all’organizzazione delle sedi provinciali. Il Coordinatore regionale nominerà, sempre in via provvisoria, i Coordinatori provinciali. I Coordinatori provinciali, a loro volta, sentito il Coordinatore regionale o un suo delegato, procederà alla nomina dei Coordinatori sezionali o locali.
PROPOSTA DI NORMAZIONE
Art. 2
a) Nelle sedi regionali, finché non saranno indette apposite elezioni, l’unità politica della Federazione popolare sarà assicurata da un Coordinatore regionale (provvisorio), nominato dall’Ufficio di coordinamento (provvisorio), previsto dall’art. 9 dello Statuto, scegliendo all’interno di una rosa di nomi, che saranno indicati dai Componenti dell’Ufficio di Coordinamento “provvisorio”.
b) Il Coordinatore regionale, di cui al comma che precede, procederà alla nomina, sempre in via provvisoria, dei Coordinatori provinciali; questi ultimi, sentito il Coordinatore regionale o un suo delegato, nominerà i Coordinatori comunali e sezionali (provvisori).
PUNTO TERZO
Premessa
Il Regolamento dovrà ancora disciplinare il passaggio dalla fase costituente all’assetto definitivo della Federazione. La proposta è che il Comitato federale (art. 8 dello Statuto), sentiti i Coordinatori regionali “provvisori”, che riferiranno sullo stato dell’organizzazione politica all’interno del loro territorio, deciderà il momento di indire le elezioni dei rappresentanti locali della Federazione popolare.
Si passerà poi alle elezioni dei rappresentanti politici degli organi federali nazionali. Le elezioni saranno disciplinate dalle norme del Regolamento elettorale, che sarà approvato dall’Assemblea Nazionale entro un anno dall’entrata in vigore del presente Regolamento provvisorio.
PROPOSTA DI NORMAZIONE
Art. 3
a) Il Comitato federale, previsto dall’art. 8 dello Statuto, sentiti i Coordinatori regionali (provvisori), che riferiranno sullo stato dell’organizzazione politica all’interno del loro territorio, autorizzerà le elezioni dei rappresentanti territoriali.
b) Il procedimento elettorale, da utilizzare in sede nazionale e nelle sedi territoriali, sarà disciplinato dalle norme del Regolamento elettorale, che sarà approvato dall’Assemblea nazionale entro un anno dall’entrata in vigore del presente Regolamento provvisorio.
c) Una volta approvato il Regolamento elettorale, nel suo rispetto, si procederà alle elezioni dei Rappresentanti nazionali della Federazione.
PUNTO QUARTO
Premessa:
L’art. 7 dello Statuto prevede che L’Assemblea federale, composta da tutti i Partiti e dalle Associazioni politiche che hanno sottoscritto l’Atto federativo e che, di conseguenza, hanno acquisito lo status di soci fondatori, procede alla nomina dei 15 Componenti del Comitato federale. Tale organo, quando la Federazione popolare andrà a regime, procederà a sua volta alla nomina dei Componenti dell’Ufficio di Coordinamento.
In via provvisoria, i Componenti di tale organo esecutivo sono già stati nominati dall’Assemblea federale c.d. “costituente” e di tanto i singoli Soci fondatori hanno preso formale conoscenza al momento della loro sottoscrizione dell’atto costitutivo della Federazione popolare.
L’Assemblea federale c.d. “costituente”, nella prossima convocazione, che avverrà su invito del suo Presidente “provvisorio”, sarà chiamata a nominare i Componenti del Comitato federale.
Tale Organo ha, tra i suoi compiti specifici, quello di “coordinare l’attività politica” della Federazione popolare e di procedere, quando la Federazione andrà a regime, alla nomina dell’Ufficio di Coordinamento, cui la norma statutaria affida “compiti operativi ed esecutivi”. Al momento, lo Statuto prevede che il Comitato federale sia composto da 15 Componenti, nominati (e non eletti) dall’Assemblea federale.
Manca un raccordo tra l’attività del Comitato federale e quella del Coordinatore regionale, che è chiamato a coordinare l’attività politica all’interno della Regione e a tenere stretti collegamenti con gli Organi statutari.
Ciò potrebbe avere importante rilievo in occasione di competizioni elettorali, laddove si potrebbe rendere necessario che la Federazione si aggreghi ad altre Forze politiche omogenee.
La materia, per quanto assai delicata, al momento potrebbe essere affidata a una specifica norma di regolamento; ciò soprattutto in via provvisoria. Stiamo partendo ed ora è ragionevole pensare che la Federazione possa aver bisogno di aggregarsi. L’auguro è che ciò, in futuro, non sia più necessario.
PROPOSTA DI NORMAZIONE
Art. 4
a) Il Comitato federale è nominato, su base nazionale, dall’Assemblea federale. Il numero dei suoi Componenti è pari a quindici. Alla prima riunione, il Comitato federale nomina il suo presidente e il suo segretario.
b) Il Comitato federale si occupa del coordinamento dell’attività politica della Federazione popolare, come individuata dalle norme dello Statuto e dalle deliberazioni dell’Assemblea federale.
c) Per una migliore definizione dell’attività politica all’interno delle singole Regioni ed anche per consentire, quantomeno in sede locale, eventuali scelte di aggregazione con altri Partiti omogenei, presenti sul territorio interessato da competizioni elettorali, il Comitato federale potrà avvalersi dei contributi conoscitivi forniti dai Coordinatori regionali.
PUNTO QUINTO
Premessa
Emerge dallo Statuto federale (all’art.3) che la Federazione popolare dei Democratici cristiani offre “un punto di riferimento culturale e politico a tutti quelli che si ispirano ai valori comuni del popolarismo italiano e all’esperienza storica dei cristiani democratici, dei liberali e dei riformisti italiani”; lo Statuto precisa, altresì, che la Federazione riconosce “la funzione fondamentale della cultura, che diventa lo strumento per un ripensamento del rapporto con l’ambiente e il territorio”.
Come si vede, trattasi di un impegno davvero ambizioso che giustifica ampiamente la necessità di dar vita a una Scuola della Politica, che renda la Federazione popolare il punto di riferimento culturale per tutti coloro che si ispirano ai valori del popolarismo italiano.
E’ da condividere l’idea di affidare la Scuola della Politica a una fondazione che abbia, come sua principale finalità, quella di fornire cultura; il che appare di essenziale importanza in un momento in cui molti Italiani, per una ragione o per l’altra, hanno preso le distanze dai partiti politici che, di conseguenza, hanno perso la loro funzione aggregante, pensata anche e soprattutto nella prospettiva di creare una medesima identità culturale.
Una fondazione, meglio che ogni partito politico, potrà costituire il luogo ideale (proprio perché “neutro”) per parlare dei vari problemi che interessano la nostra società, per discuterne e per individuare una soluzione da proporre alla Politica. Ecco come sorge la proposta di affidare la Scuola della Politica alla Fondazione DC, nata non per fare politica, ma per insegnare ai futuri dirigenti le tecniche e i meccanismi offerti dalla cultura per prevedere, conoscere e risolvere i vari problemi.
L’idea è che la Scuola affianchi la Politica nel suo non facile percorso.
La proposta è quella di affidare la Scuola e, dunque, la formazione politica alla Fondazione D.C. Questa costituisce una realtà di indubbio valore aggregante; Essa, infatti, conta già di un’apprezzabile organizzazione; tanto vale, soprattutto, se riferita al suo Comitato scientifico, composto da oltre sessanta esperti nelle più varie materie, che godono della fiducia delle aggregazioni politiche che hanno sottoscritto il Patto federativo. Il Comitato scientifico è già pronto per operare.
Più sinteticamente, è opinione comune che solo tale Fondazione, allo stato, potrà fornire quella unità culturale di cui la Federazione popolare ha bisogno per il rilancio dei valori comuni.
PROPOSTA DI NORMAZIONE
Art. 5
a) La Federazione popolare, nel suo proposito di costituire un unico e essenziale punto di riferimento culturale, si avvale della Scuola della Politica, in essere presso la Fondazione D.C.
b) Perché sia garantito un proficuo coordinamento tra gli Organismi della Federazione e quelli della Scuola della Politica, si renderà necessario che il Presidente del Comitato federale, o un suo delegato, partecipi senza diritto di voto, ma con possibilità di interlocuzione, ai lavori del Consiglio direttivo della Scuola; si renderà necessario, altresì, che il Presidente dei Comitato scientifico della Scuola, o un suo delegato, partecipi senza diritto di voto, ma con possibilità di interlocuzione, ai lavori dell’Assemblea e del Comitato federale.