“Gente simpatica gli abruzzesi...” - Giacomo Matteotti legge d'Annunzio
Nel dicembre del 1916 Giacomo Matteotti legge Gabriele d’Annunzio, che gli sembra una “bellissima cosa mancata”. Qualche mese dopo, conclusa la lettura de Le vergini delle rocce (“la seconda parte migliore”), chiosa così: “Poche bellezze sparse in troppa magniloquenza vana. È però forse il libro più dannunziano di D’Annunzio, quello che rappresenta cioè i suoi poco simpatici seguaci” (10 maggio 1917). Il 4 maggio 1920 da Chieti, dopo un giro sui paesi della Maiella: “Tutto il paesaggio di D’Annunzio. Mi sono fermato specialmente a Guardiagrele, che è nel Trionfo della morte”. Aggiunge quindi una nota di colore: “Gente simpatica gli abruzzesi; conservano un po’tutti il modo di essere e di parlare immaginoso di D’Annunzio”.