IL POPOLO

Editoriali

Mentre cresce tra le fila degli esponenti del centrodestra, sempre più insofferenti ai contrappesi che la nostra Costituzione interpone nell’esercizio delle attribuzioni istituzionali, una voglia irrefrenabile di smantellamento della parte centrale della Carta dedicata agli assetti e alle funzioni delle varie istituzioni, appare sempre più flebile, da un po’ di tempo, la preoccupazione verso un sempre più chiaro disegno costituzionale teso ad una riscrittura della Carta in direzione di un diverso assetto e peso decisionale delle funzioni istituzionali con conseguente alterazione del virtuoso bilanciamento, come delineato dai nostri costituenti con cui riuscirono a realizzare una ineguagliabile sintesi nell’equilibrio dei poteri imperniata sul ruolo centrale delle Camere.
In queste prime settimane di settembre stiamo assistendo a un crescente dinamismo da parte delle diverse forze politiche in vista del prossimo appuntamento elettorale tra maggio e giugno 2024 nel quale i diversi paesi dell’Ue saranno chiamati a rinnovare i rappresentanti del parlamento europeo. Tra le tante dichiarazioni incrociate e proposte non poteva non fare eco la recente sortita di Matteo Renzi con cui ha messo in campo una sua proposta di massima nell'intenzione di trovare dei partner per la proposizione di una lista comune di area centrista.
Oggi sembra esserci una generale omologazione nello stile e nei comportamenti istituzionali dei politici. Certo c’è sempre qualche eccezione. Ma a farla da padrone è oramai la politica strillata e i tanti funambolismi istituzionali che caratterizzano l’azione politica di molti rappresentanti del popolo. In questo scenario vien da chiedersi se ci sia mai stato un epoca in cui lo stile esprimeva coerentemente l’identità di un partito per compostezza, misura e rispetto dell’avversario.
C’è un’annosa questione che da tempo impensierisce il partito. La riappropriazione del proprio simbolo, o per meglio dire il suo uso spendibile nelle consultazioni elettorali. Stiamo parlando dello storico scudo crociato che da più di cinquant’anni ha caratterizzato e identificato il partito della Democrazia Cristiana. Ovviamente comporterà un litisconsorzio necessario, vale a dire citando tutte le sedicenti associazioni o partiti che pretendono di rappresentare la storica Democrazia Cristiana, con tutte le conseguenze in termini di tempi di risposta della giustizia. Mi auguro che questo tema, così cruciale per l’identità e il futuro del partito, possa trovare ampio spazio in un Consiglio Nazionale che - chiedo al Presidente Renato Grassi - di convocare, prima possibile.
Facciamo nostra, come DC, la proposta del cardinale Matteo Maria Zuppi per una “Camaldoli per l’Europa” e ridiamo forza propulsiva ai nostri contenuti programmatici. Con una suggestiva e appassionante prolusione, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha aperto l’80’ anniversario del Codice di Camaldoli, che, come è noto, fu redatto in quel memorabile incontro da quanti ebbero il coraggio di pensare la rinascita del paese in un quadro di valori condivisi che assicurassero democrazia, sviluppo e progresso.
Il titolo introduce a considerare il fenomeno del trasformismo dei rappresentanti delle istituzioni, che non riguarda solo l’attuale sistema politico. Un genere vecchio di ben 150 anni: iniziò infatti con il governo Depretis. Ma che ha trovato la sua massima espressione in questo ultimo trentennio parlamentare. Ora comincia ad andare di moda il trasformismo dei partiti. Ci ha pensato Giorgia Meloni a inaugurare questa nuova tendenza. Il fatto è che questa tendenza ha finito per contagiare anche altre forze politiche. Così è tutto un fluttuare tra politiche annunciate e pratiche parlamentari.
Come la Vispa Teresa, tutti cercano Prigozhin e nessuno lo trova. È sparito. Ricercato come il peggior traditore, terrorista e ricattatore della storia russa, ma poi, sembra, graziato purché se ne andasse. Si diceva che fosse in Bielorussia. Così Lukashenko aveva dichiarato una settimana fa. In pratica ci deve essere stato un accordo con Putin. Prigozhin dovrebbe essere in Bielorussia. Invece no. Ieri lo stesso Lukashenko ha dichiarato pubblicamente che Prigozhin non ci è mai andato. Un mistero. Dov’è Prigozhin? Alcuni sostengono che potrebbe essere a S. Pietroburgo come a Mosca, ma sono semplici illazioni. Un fatto è certo: si muove come una farfalla e va dove vuole.
All’indomani dell’ammutinamento prima e del tentativo di colpo di stato dopo del gruppo Wagner, una cosa è certa: nessuno ci ha capito nulla e il fatto che oggi si dica in giro che Putin e Biden lo sapevano già da qualche giorno prima è una sciocchezza. Il capo della Wagner, Prigozhin, ha fatto il suo colpo nel segreto più assoluto. Perché l’ha fatto? Forse, l’ipotesi più rrealistica è quella di opporsi alla decisione d’incorporare il gruppo Wagner nell’esercito russo, sottraendogli quell’autonomia che gli ha permesso di operare indisturbato in tutto il mondo. Ciò avrebbe decretato anche la fine del suo capo. Ma i dubbi restano.
Il 16 giugno è convocato il Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana a Roma. E' il primo dopo il XX Congresso celebrato il 7 maggio 2023. Un ulteriore segnale di continuità della Dc e di volontà di ripresa di una vigorosa iniziativa politica da parte del partito. Non a caso abbiamo voluto riprendere l'immagine di un Consiglio Nazionale negli anni Ottanta, allora tenutosi a Palazzo Sturzo all'Eur, dove aveva consuetudine ritrovarsi il parlamentino democristiano.
Un forte vento di destra sta scuotendo gli equilibri tradizionali nell’Occidente europeo. L’opposizione non esiste, tranne che per polemiche pretestuose che poi si placano in un batter d’occhio, tanto sono inconsistenti. Il grande malato è il PD, travagliato da una profonda crisi d’identità. Cos’è la Sinistra? Una serie di banchetti dove chiunque può andare a votare chi gli sta più simpatico? La Schlein, eletta a furor di popolo non iscritto al PD, dopo appena due mesi, registra un fallimento clamoroso. L’opposizione non esiste, tranne che per polemiche pretestuose che poi si placano in un batter d’occhio, tanto sono inconsistenti. Oltre il PD c’è il vuoto pneumatico di 5Stelle e il chiacchiericcio di Calenda. Saranno questi i futuri alleati della Schlein?