
IL POPOLO
Fondato nel 1923 da Giuseppe Donati

E’ stata celebrata l’Assemblea per la costituzione della Sezione Trentina della Democrazia Cristiana. Sono stati eletti il Segretario politico regionale, i Membri della Direzione e i Delegati per il XX Congresso. Ritorna, finalmente, la Democrazia Cristiana nella terra di Alcide De Gasperi
Nel ricordo del monito di Alcide De Gasperi: “solo se saremo uniti saremo forti, solo se saremo forti saremo liberi", si intende con urgenza costruire un nuovo centro politico cristiano democratico, popolare, liberale e riformista, come il naturale argine alle posizioni radicaleggianti di sinistra e alle posizioni sovraniste e populiste.
L’agenzia di stampa AdnKronos ISSN 2465 – 1222 ieri 07 luglio 2018 alle ore 17:53 ha battuto una notizia che, per amore di semplice realismo, riferiamo con una postilla.
Molti fatti e accadimenti del nostro tempo denotano un vuoto di etica e di morale che fonda le sue radici in una sbiadita concezione antropologica.
Come Diogene sembra urgente mettersi alla ricerca ... dell’uomo.
In una recente intervista televisiva Papa Francesco ha auspicato con decisione la necessità di "riabilitare politica". Questo è un problema urgente allorquando anche le istituzioni franano e la corruzione inquina perfino alte cariche dello Stato.
I sondaggi continuano a dare l’astensionismo in crescita. Dai periodici sondaggi che ci vengono rivelati dalle agenzie di rilevazione degli orientamenti politici, appare sempre più consolidata la deriva astensionista attorno al nostro sistema dei partiti. E la tendenza appare sempre più in crescita, chiaro segno di manifesta ripulsa dell’attuale sistema politico e dell’accanimento consumato dalle rappresentanze politiche, di ogni colore, nel ricorrere a leggi elettorali che tarpano ogni potere di scelta dei rappresentanti, ben saldo invece nelle mani dei partiti che predispongono le liste secondo il gradimento dei loro leader.
Il Governo sta attraversando un momento di oggettiva difficoltà. Certi nodi irrisolti arrivano al pettine e l’opposizione, ovviamente, per quanto inefficace, ne approfitta. Ha il gioco facile e fa il suo mestiere, giustamente. Chi, invece, non fa bene il suo, è il governo. Tra promesse elettorali non mantenute e successi in politica estera, restano due vuoti: la situazione economica interna, che non è delle più brillanti, e la qualità dei collaboratori della Meloni. Paradossalmente, la situazione economica è la meno grave, perché dipende da molti fattori esterni e da ultimo dalle tariffe doganali che sua maestà Trump vorrebbe applicare all’Europa. Altra considerazione è che le risorse sono scarse, la coperta è troppo corta e chi ne soffre sono le estremità, e cioè i disagiati che sono troppi.
Dopo il discorso del presidente Trump in occasione del suo giuramento a Capitol Hill, sono molte le interpretazioni che si stanno svolgendo dentro e fuori gli Stati Uniti d’America. Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a una profonda modifica della tradizionale visione della democrazia americana, dopo un discorso che intende segnare una svolta radicale sul piano istituzionale e economico sociale degli USA.
Il mio punto di vista, analizzando le posizioni – destra, centro, sinistra – di cui si parla, parte dalla la cultura liberale, con la quale si è fondata l’Italia unita, che nell’epoca attuale è stata superata e compressa da trent’anni di “globalizzazione senza regole”, che ha promosso l’accumulazione finanziaria nelle mani di un numero sempre minore di finanzieri, che governano attualmente il settore tecnologico, il settore della produzione delle armi, quello della ricerca sanitaria e in parte quello “alimentare alternativo”, inchiodando a tali scelte grandissima parte dell’umanità.
Il 18 gennaio del 1919 con l’Appello ai Liberi e Forti di don Luigi Sturzo nasceva il Partito popolare. Una data importante per il nostro Paese. La ricostruzione morale e materiale perseguita da Sturzo era una visione alta di giustizia e convivenza civile che trovava ragioni nella dottrina sociale della Chiesa. Un orizzonte ideale in cui la persona recuperava la sua centralità. Era un mondo frantumato dalle convulsioni del dopo guerra. La retorica della Vittoria e i festeggiamenti, distrazioni rispetto alla gravità dei problemi, venivano con l’Appello sturziano superati per affrontare i gravi problemi del Paese.