E' condivisa l’idea che da soli e divisi non si va da nessuna parte, nel migliore dei casi, come è accaduto in questi anni, ci si riduce al ruolo di subalterni ininfluenti a destra o a sinistra. Il ruolo di esponenti dell’area ex DC o popolari svolto in partiti di destra o di sinistra, come ben ci ammoniva Donat Cattin riferendosi ai cosiddetti “indipendenti di sinistra” (ma vale anche per quelli di destra), alla fine, è quella di coloro che si ridurranno a sperimentare come sia sempre “ il cane che muove la coda”. Il tema della ripresa di un ruolo politico dei cattolici in Italia, già sottolineato dall’insegnamento degli ultimi papi, è stato recentemente evidenziato dai vescovi lombardi e non dovrebbe risultare estraneo nemmeno alle più alte gerarchie della Chiesa italiana.

Il tema di un rinnovato soggetto politico che intenda assumere, nella totale autonomia e responsabilità laicale, l’ispirazione dall’umanesimo cristiano e dai principi della dottrina sociale cristiana è, infatti, cruciale se si vuole concorrere alla nascita di un centro nuovo della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e alla sinistra alla ricerca affannosa della propria identità, attualmente condizionata da orientamenti di stampo radicale lontani dalla sua storica tradizione.

Un centro ampio e plurale in cui possano ritrovarsi le migliori tradizioni repubblicane, unite dalla volontà di difendere e attuare integralmente la Costituzione.

Ciò, per quanto ci riguarda, presuppone la ricomposizione della nostra area politica, sociale e culturale, vittima della suicida diaspora post-democristiana, per troppo tempo alla mercè di divisioni dettate da egoistiche logiche personalistiche, tuttora in atto.

Le elezioni europee, regolate da una legge di tipo proporzionale, avrebbero dovuto essere l’occasione speciale per superare le vecchie casematte e per dar vita a una lista unitaria dei DC e Popolari. In realtà non abbiamo avuto la determinazione di impegnarci nella raccolta delle firme e, adesso, per quella strada non ci sarebbe più tempo.

Divisi sulle prospettive di appartenenza alle diverse famiglie politiche europee, come conseguenza più delle scelte compiute e che si intendono consolidare in campo nazionale, tutte foriere di ruoli subalterni come su indicato, ciascuna di queste diverse realtà si sono orientate verso liste di amici di destra o di sinistra.

Conseguenza di tutto questo, il rischio di incrementare le fratture e le difficoltà di ricomposizione. Avendo come obiettivo strategico la nascita del nuovo centro della politica italiana, noi DC e Popolari, impossibilitati a costruire una lista da soli, dovremmo cercare di concorrere alla costruzione di una lista compatibile con i nostri valori e tale da porsi come strumento di ulteriore aggregazione al centro successivamente.

Non mancano tentativi in questa direzione, che stanno cercando di organizzare una lista di area centrale di DC e Popolari con Matteo Renzi e il partito di Italia Viva, non solo per eleggere qualche deputato al parlamento europeo, ma, soprattutto, per avviare il progetto del nuovo centro politico che sarebbe quanto mai prezioso per l’Italia.

Un’iniziativa che dovrebbe essere favorita dalla più ampia realtà del mondo cattolico italiano, se non vogliamo disperdere quanto di positivo la cultura politica dei cattolici democratici, liberali e cristiano sociali hanno saputo esprimere nella lunga storia dell’unità nazionale, drammaticamente interrotta con l’uccisione di Aldo Moro, la fine della prima repubblica e la successiva diaspora democratico cristiana.

Spero che possa prevalere il buon senso e la disponibilità di quanti, al di là degli interessi personali dei singoli, sapranno operare per favorire la riuscita di questo progetto.

Condizioni geopolitiche internazionali e le difficoltà istituzionali interne rappresentate dall’ormai permanente astensione elettorale e conseguente rottura dell’equilibro tra gli interessi e i valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, con un perdurante patologico bipolarismo forzato da una legge elettorale da cambiare, reclamano la nascita di un centro politico nuovo che, con molti amici DC e Popolari andiamo invocando da tempo. Un progetto che non può più essere rinviato.

Ettore Bonalberti