Gaza è un girone di Dante. La popolazione si muove tra cumuli di macerie, montagne di immondizia, fogne rotte che riversano liquami ovunque. L'umidità causata dalla pioggia, alternata al sole, alimenta l'aria con i miasmi dei corpi in decomposizione lasciati sotto i resti delle case bombardate. Si stima che siano almeno 8mila le vittime rimaste sotto le macerie in tutta la Striscia.
Almeno 7 bambini sono morti di fame , e le voci di una tregua sempre più lontana hanno indebolendo ulteriormente lo spirito degli abitanti di Gaza.
La parrocchia della Sacra Famiglia, situata nel quartiere al-Zaitoun di Gaza City (nord della Striscia), accoglie circa 600 cristiani, tra cattolici e fedeli ortodossi della vicina parrocchia greco-ortodossa di San Porfirio. Papa Francesco, tutti i giorni, nel tardo pomeriggio, chiama la parrocchia per verificare le condizioni dei cristiani.
I camion carichi di aiuti umanitari sono ancora al confine con l'Egitto in attesa di entrare per consentirne la distribuzione. L'idea, espressa da Stati Uniti e Gran Bretagna, di creare un porto navale vicino a Gaza, attraverso il quale potrebbero passare gli aiuti umanitari verso la Striscia, sarebbe buona, ma il problema è che questo porto non sarebbe operativo almeno prima di due mesi.
A Gaza, però, la gente continua a morire. Nella Striscia arrivano le armi, ma non cibo o medicine per la popolazione sofferente. I bambini muoiono di fame. 27 sono già morti. Bisogna trovare soluzioni ora e non tra due mesi. Così i bambini vengono condannati a morte.
I cristiani della parrocchia della Sacra Famiglia pregano ogni giorno per il cessate il fuoco, per la tregua, per la liberazione degli ostaggi, come via verso quella pace che tutti a Gaza desiderano.
Il Patriarcato Latino di Gerusalemme è impegnato per sostenere materialmente e spiritualmente i cristiani, nonostante le molteplici difficoltà oggettive sul campo.
Molti civili innocenti, uomini, donne, bambini e anziani, stanno pagando il prezzo di questa guerra.
L’appello forte è alla comunità internazionale per la fine delle ostilità, la liberazione degli ostaggi e la liberazione degli aiuti umanitari.