Si moltiplicano le iniziative per la ricomposizione politica dell’area cattolica DC e popolare. Aveva avviato il confronto Iniziativa Popolare, il 15 Gennaio, in una riunione nella quale gli on. Tassone e Gemelli, con Mattia Orioli, avevano presentato un documento politico che sarà esaminato dai diversi partiti e movimenti, avendo già incontrato l’adesione degli amici della DC guidata da Cuffaro e Grassi. Il 18 Gennaio, Tempi Nuovi ha organizzato un interessante convegno sul tema: L’ Appello di Sturzo tra progressisti e conservatori, al quale hanno partecipato, tra gli altri, gli on.Gozi e Fioroni. Ho potuto assistere on line all’incontro, coordinato dal sen D’Ubaldo, insieme ad altri amici, per comprendere la direzione che Tempi Nuovi intende assumere in vista dei prossimi  impegni elettorali.

Con l’intervento dell’on. Gozi si è confermata la scelta del movimento a far parte del partito Renew a livello europeo, in alternativa al PSE e al PPE.

Come ho avuto modo di evidenziare in altri articoli, questa decisione non favorisce il processo di ricomposizione politica dei DC e Popolari, e, personalmente, trovo assai difficile conciliare la scelta di continuità col popolarismo sturziano insieme a un partito, quello egemonizzato da Macron, ossia da uno degli esponenti più qualificati dei poteri finanziari europei e internazionali. Continuo a ritenere che l’area politica di riferimento dei DC e Popolari in Europa non possa che essere quella del PPE, il partito che ha avuto come padri fondatori i grandi leader DC: De Gasperi, Adenauer, Monnet e Schuman, il quale poggia i suoi riferimenti valoriali sui principi della dottrina sociale cristiana della centralità della persone e dei corpi intermedi, della solidarietà e sussidiarietà.

Comprendo che la scelta con Gozi e Calenda possa facilitare la presentazione di candidature alle europee e la possibilità di superare il tetto del  4 % per l’eventuale elezione di candidati, ma vale la pena impedire o, quanto meno rinviare, il processo di ricomposizione politica della nostra area, per qualche candidatura su una lista destinata  a consegnare, nell’ipotesi migliore, qualche deputato in più a Macron?

Resta, peraltro, da verificare se e come combinare la scelta con Calenda, tenendo presente che, su posizioni alternative, ancorché allineate con Renew, sembrerebbero muoversi anche Renzi e Franceschini. Tempi Nuovi conferma, dopo il convegno di ieri, la sua scelta di collaborazione con la sinistra inserendosi a livello europeo in contrapposizione al PPE.

Netta, invece, la scelta per il PPE di Iniziativa Popolare e della DC, così come, credo, sarà confermata domani anche da Tarolli con il suo documento “ Ritornare Uniti e Paritari”.

Credo, ahimè, che non saranno le elezioni europee l’occasione per mettere in campo una lista unitaria dei DC e Popolari, se, alla fine, prevarrà come sembra, la via più facile per la presentazione di candidature e le speranze di elezione. Più opportune e interessanti le scadenze elettorali regionali e amministrativo locali, in preparazione delle quali, servirà attivare con urgenza iniziative di confronto e  dialogo tra le diverse realtà rappresentative della nostra area culturale e sociale in quelle sedi.

E’ tempo di formulare proposte di programma ispirate dai nostri principi, tenendo presente le attese della povera gente, vittima di politiche del governo della destra, sempre più promotori di ingiustizia sociale, e a quelli dei ceti medi, sempre più impoveriti e vittime di un’anomia sociale nella quale si impone una netta divaricazione tra i mezzi disponibili e i fini che la società propone come modelli da perseguire; il venir meno delle regole e del ruolo dei corpi intermedi. In una parola, la condizione che favorisce il distacco progressivo dalla politica di questi ceti, il disimpegno elettorale e, dopo l’illusione del voto al Cavaliere e alla Lega prima, e nel 2022 alla destra meloniana, alla renitenza sempre più accentuata al voto.

E’ tempo di chiamare a raccolta quanti, ispirandosi ai valori del popolarismo sturziano e degasperiano, e alla migliore tradizione democratico cristiana, intendono concorrere alla nascita di un centro politico nuovo, capace di saldare gli interessi e i valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, in alternativa alla destra nazionalista e sovranista e alla sinistra all’affannosa ricerca della propria identità.

Ettore Bonalberti