Papa Francesco di fronte ai potenti del mondo rappresentati dai leader del G7, ha proclamato oggi che “è necessaria una sana politica” per regolare gli usi dell’Intelligenza Artificiale, uno strumento che ha definito “affascinante e tremendo”. E per cui ha chiesto che non venga applicata nei conflitti armati, poiché “nessuna macchina dovrebbe mai scegliere di porre fine alla vita di un essere umano”.

"La politica è necessaria" per dare risposte all'AI, ha dichiarato il pontefice partecipando questo venerdì al G7 di Bari. Papa Francesco ha letto solo una parte del suo imntervento e poi ha consegnato una versione più lunga ai partecipanti . Nel suo discorso, il Papa ha ricordato che lo strumento viene utilizzato “dalla medicina al mondo del lavoro, dall'educazione dalla politica. Il suo utilizzo influenzerà sempre più noi, il modo in cui concepiamo la nostra identità di esseri umani”.

"La mia riflessione sugli effetti dell'intelligenza artificiale sul futuro dell'umanità ci porta quindi a considerare l'importanza di una 'sana politica' per guardare al nostro futuro con speranza e fiducia", ha detto Jorge Bergoglio, riunito al complesso di Borgo Egnazia, dove tiene incontri bilaterali durante tutta la giornata con le principali figure presenti all'incontro, come l'americano Joe Biden e l'indiano Narendra Modi. 

Il Papa ha chiesto di non nascondere «il rischio concreto, perché insito nel suo meccanismo fondamentale, che l'intelligenza artificiale limiti la visione del mondo a realtà esprimibili in numeri e racchiuse in categorie prestabilite, eliminando il contributo di altre forme di verità e imponendo modelli antropologici, socioeconomici e culturali uniformi”. 

Secondo il pontefice, "il paradigma tecnologico incarnato dall'intelligenza artificiale rischia di cedere il passo a un paradigma molto più pericoloso, che ho già identificato con il nome di paradigma tecnocratico ". 

"Non possiamo permettere che uno strumento così potente e indispensabile come l'intelligenza artificiale rafforzi un simile paradigma, ma dobbiamo piuttosto fare dell'intelligenza artificiale un baluardo proprio contro la sua espansione", ha poi proseguito. "Condanneremmo l'umanità a un futuro senza speranza se togliessimo alle persone la capacità di decidere su sé stesse e sulla propria vita, condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine", ha spiegato. 

Il discorso del Papa si è inquadrato, in ogni caso, in un contesto in cui secondo il Pontefice non possono esserci dubbi "che l'avvento dell'intelligenza artificiale rappresenta un'autentica rivoluzione cognitivo-industriale, che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema caratterizzato dalle complesse trasformazioni dell’epoca”. 

Evidenziando alcuni usi positivi dell'IA, in questo quadro il Papa ha esemplificato che «l'intelligenza artificiale potrebbe consentire la democratizzazione dell'accesso alla conoscenza, il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare lavori estenuanti alle macchine. Ma, allo stesso tempo, potrebbe portare con sé una maggiore disuguaglianza tra Paesi avanzati e Paesi in via di sviluppo, tra classi sociali dominanti e classi sociali oppresse, mettendo così in pericolo la possibilità di una 'cultura dell'incontro' e favorendo una 'cultura dello scarto'”.

Così, seguendo quanto già affermato in altri suoi interventi, Papa Francesco ha sostenuto che «è proprio questo potente progresso tecnologico che rende l'intelligenza artificiale uno strumento affascinante e formidabile allo stesso tempo, e richiede una riflessione adeguata alla situazione».

"In quella direzione forse si potrebbe partire dalla consapevolezza che l'intelligenza artificiale è soprattutto uno strumento. Ed è spontaneo affermare che i benefici o i danni che comporterà dipenderanno dal suo utilizzo", ha proposto.

Tra i rischi che vede nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale, Papa Francesco ha ribadito ancora una volta che "in un dramma come quello dei conflitti armati, è urgente ripensare lo sviluppo e l'utilizzo di dispositivi come le cosiddette 'armi letali autonome' per proibire il suo utilizzo, a partire da ora con un impegno effettivo e concreto per introdurre un controllo umano sempre maggiore e significativo. 

"Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere di porre fine alla vita di un essere umano", ha affermato.

D'altro canto, su un piano molto più tecnico, il Papa ha voluto segnalare «un ultimo ambito in cui emerge con chiarezza la complessità del meccanismo della cosiddetta intelligenza artificiale generativa (Generative Artificial Intelligence).

In questa linea ha riconosciuto la sorpresa "per le applicazioni online facilmente accessibili per comporre un testo o produrre un'immagine su qualsiasi argomento o argomento " che attirano "soprattutto gli studenti che, quando devono preparare il loro lavoro, ne fanno un uso eccessivo".

"Questi studenti, che spesso sono molto più preparati e abituati all'uso dell'intelligenza artificiale rispetto ai loro insegnanti, dimenticano però che la cosiddetta intelligenza artificiale generativa, in senso stretto, non è propriamente 'generativa'", ha spiegato a lungo la conoscenza. 

Così, secondo il Pontefice, “in realtà quello che fa è cercare informazioni nei big data e compilarle nello stile che le è stato richiesto. Non sviluppa nuovi concetti o analisi. Ripete quello che trova, dandogli un modo attraente. E quanto più trova ripetuta una nozione o un'ipotesi, tanto più la ritiene legittima e valida. 

Dopo questa spiegazione, Il Santo Padre Francesco ha affermato che "più che 'generativo', si potrebbe definire 'rinforzante', nel senso che riordina i contenuti esistenti, aiutando a consolidarli, spesso senza controllare se contenga errori o pregiudizi".

Con questo " uso sproporzionato ", secondo Papa Francesco, "si corre il rischio non solo di legittimare la diffusione di fake news e di rafforzare il vantaggio di una cultura dominante, ma anche di minare il nascente processo educativo", mettendo a rischio l'istruzione. "dal ridursi a ripetizione di nozioni, che saranno considerate sempre più incontestabili, semplicemente perché continuamente presentate."

 

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