È lapalissiano constatare che, permanendo l’attuale legge elettorale del rosatellum, il bipolarismo imperfetto continuerà a imperversare, rendendo assai ardua la possibilità di costruzione del centro nuovo della politica italiana. Un progetto che, per potersi realizzare, necessiterebbe, come nella migliore storia della repubblica, il ritorno alla legge proporzionale; quella voluta dai padri costituenti nel loro disegno ordinato di repubblica parlamentare.

Ecco perché se si intende perseguire il progetto del centro nuovo della politica italiana, ampio e plurale, espressione della confluenza delle culture democratiche, popolari, liberali e riformiste, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e distinto e distante dalla sinistra all’affannosa ricerca della propria identità, il primo impegno dovrebbe essere quello di battersi per il ritorno della legge elettorale proporzionale.

È quello che da tempo intende operare il movimento di Iniziativa popolare, sostenendo il progetto di legge del comitato referendario per la rappresentanza, che si propone la raccolta di firme on line ( 50.000) necessarie per la presentazione di un progetto di legge ad hoc  di iniziativa popolare. Falliti i tentativi al centro del duo Renzi-Calenda per l’inconciliabilità personale, prima ancora che politica, tra i “due galletti del pollaio”, con Calenda vittima della sua idiosincrasia democristiana da “azionista de noantri”, qualcosa si sta muovendo nel mondo cattolico.

Dopo Trieste, il movimento degli amministratori cattolici sta dando segnali positivi di impegno ex post, anche con il sostegno di alcune importanti personalità del mondo ecclesiale, mentre sul piano politico partitico emergono due significative esperienze: quella degli amici che intendono costruire attorno a un nuovo federatore il progetto di ricomposizione, indicando per tale ruolo il dr Ernesto Maria  Ruffini e, l’altra, di amici che hanno attivato una sorta di patto federativo con Forza Italia, con l’obiettivo di concorrere alla costruzione della sezione italiana del Partito Popolare europeo, come nella migliore tradizione democratico cristiana.

Credo si debba prestare attenzione a tutto ciò che si sta muovendo, anche se, come scrivo da tempo, meglio sarebbe favorire un processo che partendo dal basso, riuscisse a ricomporre nelle diverse realtà territoriali quanti: partiti, associazioni, movimenti, gruppi e persone sono interessati a una ripresa di iniziativa politica al centro dell’area culturale, sociale e politica di ispirazione cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale.

Ottimo terreno saranno le prossime elezioni comunali, provinciali e regionali, dove sono vigenti leggi elettorali di tipo proporzionale, che potrebbero favorire il processo di aggregazione. Si potrebbe così non solo permettere l’elezione di candidati nei consigli comunali, provinciali e regionali, ma, pure, una selezione democratica  di una nuova classe dirigente. Bene, dunque, che dal centro qualcosa si muova, ma essenziale sarebbe che il progetto venisse favorito dalla base, nei diversi territori locali,  sedi naturali dell’impegno sociale e politico dei cattolici.

Ettore Bonalberti