Mi permetta di rispondere alle Sue acute asserzioni, presenti nell'articolo sulla DC e in particolare sul suo contenuto al contempo ironico e acuto e sulla Sua dichiarazione che Rotondi sia l'unico DC rimasto in vita o per lo meno operativo, anche se in altra formazione politica.
La DC nacque nello studio del giovane avvocato, Giuseppe Alessi, nel suo studio sito in via Cavour a Caltanissetta, nell'ottobre 1943 e lo stesso Alessi, mio padre, scrisse su una vecchia Olivetti lo Statuto e con una matita rosso-blu, disegnò il simbolo con lo Scudo Crociato.
In seguito il Presidente De Gasperi, su precisa indicazione del presidente Andreotti, a cui fin da allora nulla sfuggiva, anche perché non guardava con gli occhi, ma con larghe orecchie, inviò a Caltanissetta S.E. Spataro, che, con l'accordo di Alessi, ritirò Statuto e disegno del Simbolo, di seguito nazionalmente utilizzato.
Il rapporto tra Don Sturzo e mio padre fu strettissimo e intenso, infatti tra i due esiste una corrispondenza di circa 1900 lettere.
In seguito Alessi fu primo Presidente della Regione Sicilia, padre della Autonomia Siciliana, e poi Senatore, Deputato, Presidente della Commissione di indagine parlamentare SIFAR e, infine, Presidente dell'Istituto della Enciclopedia Italiana. E' morto, lucidissimo, a 104 anni.
Don Sturzo non fu favorevole al nome DEMOCRAZIA CRISTIANA, perché scrisse ad Alessi, "che se i Democristiani avessero tradito la morale, la DC sarebbe stata congelata viva e i Democristiani sarebbero stati emarginati, offesi e poi dimenticati". Così purtroppo avvenne e lo stesso simbolo Scudo Crociato fu oggetto di baratto in famiglia.
Mio padre rimase sconvolto dalle parole di don Sturzo, perché era conscio che don Sturzo era profetico. Ma se la DC fu così brutalmente aggredita, fu anche colpa dei democristiani di allora, abili nel loro operato, ma guai ai padroni di certezze che spesso fanno rima con nefandezze.
Alcuni poi furono di ponderosa insignificanza, carichi di una invalidità spirituale, incoerenti, opportunisti, che li portò a non forgiarsi una personalità e perciò la abbandonarono per rifarsi una verginità, il peccato più esecrabile e ignominioso, mangiarono tutta la carne della DC, lasciando solo le ossa ed ancora oggi ve ne sono alcuni che vogliono rosicchiare anche queste ultime. Spesso molti di loro furono amici dei morti e nemici dei vivi e la DC fu ridotta al silenzio.
Ma il vero problema nascosto e principe è: dove è finito l'immenso patrimonio della DC volatilizzato nel nulla, e chi sono i responsabili di tale grandissimo evento? E dunque: "la DC non s'ha da fare!".
Oggi la DC in Sicilia nelle ultime competizioni amministrative ha preso 49.800 voti, 48 Consiglieri Comunali eletti, ai quali bisogna aggiungere altri 223 che avevano già aderito e il tesseramento registra 5200 soci, grazie anche al lavoro generoso del Segretario Nazionale dott. Renato Grassi, dell'ex Presidente Totò Cuffaro e di tanti altri volontari.
Siamo folli? Siamo irriducibili nostalgici? No!, cerchiamo solo di essere mansueti, umili e coerenti, ben sapendo che allora tanti leaders DC mangiarono la carne del Partito lasciandone solo le ossa e che ancora oggi ve ne è qualcuno che vuole rosicchiare anche queste ultime.
La DC, non è "un" partito del popolo, ma "il" partito del popolo. La DC non fu mai il partito dei "cattolici" ma anche "di" cattolici, laico e ispirato dai valori eterni del cristianesimo. Oggi dove l'ipoteca ideologica dei partiti è non averne più, e purtroppo tutto ciò è stato trasmesso al popolo in larga parte diventato massa, convinto dai comandamenti del sig. Grillo "homo carnivorus", il cui primo comandamento è "onora il vaffa...".
La Democrazia Cristiana diventò soltanto un partito politico perché cambiò i suoi aderenti in suoi clienti. All'inizio era un movimento ideale che, lungi dal chiudersi in uno schema partitico, si poneva come motivo di fermento, pressione tendente ad accoppiare Democrazia e Cristianesimo per attuare una vera rivoluzione capace di dare agli uomini un'autentica dimensione umana.
Noi oggi, Democristiani storici, stiamo tentando questa difficile scalata e mi sento sommessamente di scriverLe che Rotondi non è l'ultimo DC, ma che in Italia ve ne sono tanti, e molti sono usciti dalle loro tane e collaborano per cercare nuovi soci, che a oggi ammontano a 5270.
La ringrazio, con ogni riguardo e stima.
on. Alberto Alessi, vice segretario Nazionale DC.