IL POPOLO

Editoriali

Dopo il discorso del presidente Trump in occasione del suo giuramento a Capitol Hill, sono molte le interpretazioni che si stanno svolgendo dentro e fuori gli Stati Uniti d’America. Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a una profonda modifica della tradizionale visione della democrazia americana, dopo un discorso che intende segnare una svolta radicale sul piano istituzionale e economico sociale degli USA.
Il mio punto di vista, analizzando le posizioni – destra, centro, sinistra – di cui si parla, parte dalla la cultura liberale, con la quale si è fondata l’Italia unita, che nell’epoca attuale è stata superata e compressa da trent’anni di “globalizzazione senza regole”, che ha promosso l’accumulazione finanziaria nelle mani di un numero sempre minore di finanzieri, che governano attualmente il settore tecnologico, il settore della produzione delle armi, quello della ricerca sanitaria e in parte quello “alimentare alternativo”, inchiodando a tali scelte grandissima parte dell’umanità.
Il 18 gennaio del 1919 con l’Appello ai Liberi e Forti di don Luigi Sturzo nasceva il Partito popolare. Una data importante per il nostro Paese. La ricostruzione morale e materiale perseguita da Sturzo era una visione alta di giustizia e convivenza civile che trovava ragioni nella dottrina sociale della Chiesa. Un orizzonte ideale in cui la persona recuperava la sua centralità. Era un mondo frantumato dalle convulsioni del dopo guerra. La retorica della Vittoria e i festeggiamenti, distrazioni rispetto alla gravità dei problemi, venivano con l’Appello sturziano superati per affrontare i gravi problemi del Paese.
In attesa che prenda corpo la “ rete di Trieste”, ossia il movimento nato un anno fa dall’incontro di diversi amministratori locali di area cattolica nella città giuliana, come ben ha scritto Matteo Gianni in ”politicainsieme.com”, registriamo altri importanti tappe del percorso avviato in diversi partiti e movimenti della stessa area politico culturale. Nell’ultimo incontro tenutosi il 16 gennaio a Roma e in collegamento on line, è stato deciso di impegnarsi per un centro alternativo alla destra nazionalista e sovranista e distinto e distante dalla sinistra senza identità, pronto a collaborare con quanti intendono attuare il più avanzato programma politico, ieri come oggi.
Trent’anni fa (Dio come passa il tempo!) mi trovai nel mio ufficio a dover rispondere ad un’interrogazione su Echelon, nome dimenticato ormai da tutti. Preparai una risposta sibillina che poi non fu mai data all’onorevole interrogante. Il tema era troppo delicato. Cos’era Echelon? L'unico sistema software che controllava il download e la diffusione della intercettazione di comunicazioni via satellite. Era gestita dai servizi segreti di Stati Uniti e Gran Bretagna e, in misura minore, di Canada, Australia e Nuova Zelanda. La sua esistenza non è stata mai ammessa ufficialmente ma è documentata da molte fonti. Era in grado di intercettare e analizzare le comunicazioni via satellite, via radio, telefoniche, elettroniche ecc. in qualunque parte del mondo.
Il colpo di mano di al-Jolai ha messo a soqquadro il Medio Oriente e le Cancellerie dei Paesi più importanti. In Siria il regime di Bashar al-Assad è finito. La folla esulta. La guerra continua su tutti i fronti. Israele varca i confini siriani scendendo dalle montagne del Golan, gli Stati Uniti effettuano 75 missioni di bombardamento sulle basi siriane dell’Isis (ma non era stato sconfitto?), i Kurdi sono all’attacco, sperando che sia la volta buona di avere uno Stato, Libano e Giordania chiudono le frontiere ai profughi. Povera Siria!
A fronte di ciò che sta accadendo nel mondo, la vicenda dei 5Stelle è miserevole cosa. Lo è sempre stata e si sta concludendo nel modo meno prevedibile, con gli avvocati e le denunce. Criticare lo Stato fa bene al fegato ma poi fa male al bilancio e con lo Stato si deve fare i conti. I conti non tornano, nel Movimento. Uscito dal nulla e dai lazzi di un comico, si è imposto per la novità che rappresentava nell’agone politico italiano, mesto e mediocre. Sembravano portatori di un vento fresco d’innovazione, uomini nuove, idee che dapprima sembravano bislacche e poi, pensandoci sopra, avevano una certa razionalità. Il popolo, entità sfuggente sempre invocata e negletta, era l’anima del Movimento.
Quando abbiamo votato per le elezioni europee? Dal 6 al 9 giugno 2024. Sono passati quasi sei mesi e l’Unione europea è ancora senza testa. Ad oggi, non c’è ancora una Commissione ed è in forse la stessa composizione dell’Esecutivo concepito dalla von der Layen. Trump diventerà Presidente degli Stati Uniti fra un paio di mesi, ma ha già un governo quasi fatto, scegliendo gli uomini che gli servono. E l’Europa vorrebbe competere con gli Stati Uniti? Francia e Germania sono in crisi profonda. L’Europa va peggio.
Dei recenti disordini di Bologna e di Milano mi è rimasta impresso un cartellone, innalzato dai dimostranti emiliani, con sopra scritto: ”Bologna partigiana”, come dire che la Bologna partigiana con i suoi morti e il suo eroismo parteggia per i Palestinesi contro Israele. Mi sono chiesto che senso avesse quella scritta. Che la Bologna partigiana scenda in piazza contro gli Ebrei, come facevano i Tedeschi e i Fascisti contro i quali si formò la Bologna partigiana, è cosa da rigurgito. Una frase sbagliata (e fuori tempo) per una protesta assurda.
Le elezioni americane interessano tutto il pianeta e chi sostiene che gli Stati Uniti siano in declino dovrebbe ravvedersi. Ciò che accade a Washington interessa tutti. Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti, torna alla Casa Bianca con una netta maggioranza, senza equivoci o imbrogli, veri o presunti. L’America si è espressa e il suo giudizio va accettato. La delusione del partito democratico è profonda. Dopo Obama ha perso il potere. La Presidenza Biden, data la natura dell’uomo, è stata positiva ma oscillante sino alla fine quando, per ragioni fisiologiche ma anche politiche, ha gettato la spugna e indicato la Kamala Harris come suo candidato. Troppo tardi e con una figura rimasta in ombra per tutto il periodo della presidenza Biden.