Mala tempora currunt”. Nell’amarezza dei tempi presenti è dolce rifugiarsi nel passato. Ecco, all’auditorium del Conservatorio di Riva, la presentazione in forma di spettacolo del volume “La dolce Riva nel cuore”, ricorrente amarcord gardesano edito ancora dall’associazione Altogarda Cultura. Sottotitolo: “Dagli anni Trenta al Duemila”. Il riferimento di questo che è ormai una sorta di marchio editoriale è alla Dolce vita felliniana, per la terza volta accostata – si è detto – a una città, Riva, che “in quei decenni magici è stata un caleidoscopio di storie belle e coinvolgenti”. “Riva – si dice convinto l’autore – è ricca di storie, forse come nessun altra città”. Chiaramente, più che lo storico qui parla l’innamorato, il rivano “de zòca”.

Vittorio Colombo, l’autore, è un noto giornalista specializzatosi in pubblicazioni storiche fatte di immagini, personaggi e aneddoti. Per Gualtiero Toniolo è “una delle voci più ardenti e ascoltate di Riva del Garda e della Busa”: infatti “nella sua patria è amato per come racconta i personaggi, la periferia, il gusto per le sfide di donne, uomini sempre alla ribalta”. Colombo è diventato il cantore della Riva che non c’è più dopo esser stato in gioventù elemento di spicco nel campo dell’atletica leggera. Come il suo amico Renato Dionisi, astista di successo presente all’appuntamento editoriale già in odor di Natale, e dunque di strenna. 

Ecco la capra in bicicletta, i preti colle tonache che toccano terra, la Cicciolina in discoteca (un evergreen della sua narrazione), le gite aziendali o parrocchiali, il Brolio che è da cartolina. Poi ricordi scolastici legati al liceo “Maffei”: insomma racconti brevi e salaci e storie lette, anzi interpretate, dal figlio Jacopo. “Condividere le nostre vecchie storie – è convinto Vittorio - è una maniera per mantenere l'identità della nostra città e di noi stessi”. 

Gualtiero Toniolo trova questo di Colombo un libro divertente, che “ti regala ricordi belli, che sono come i sogni: ci ricordiamo sempre e solo quelli belli”. Paolo Furletti invece spera che l’anno prossimo esca la quarta edizione perché  - dice - “vorrei fare una specie di enciclopedia per poi regalarla in futuro a mia figlia, così potrà spiegare ai miei nipoti com’era Riva ai tempi d’oro”. 

Nel mio tabacchino “La dolce Riva nel cuore” son arcisicuri di venderla. Tanto che, sulla pila di copie esposte in bella vista, han scritto “No consultazione”. Tanti, evidentemente, si fermavano a sfogliarne le pagine ampiamente illustrate, sperando magari di ritrovarcisi. Mio zio Pino, comunque, c’è.

 

Ruggero Morghen