IL POPOLO

Società

Passa il treno con la salma di De Gasperi. Guido Gonella ricorda così quel momento: “Le donne facevano il segno della croce, gli uomini si irrigidivano sull’attenti, o levavano il pugno chiuso o alzavano il braccio nel segno del saluto romano”. “È la grande famiglia degli italiani – commenta lo stesso Gonella – che saluta come sa, come può, come vuole”. Gonella mette infine in guardia (“Con De Gasperi nella fondazione della Dc: 1930-1940”) da una possibile deformazione del degasperismo, con errate anzi “infondate e faziose interpretazioni critiche del degasperismo”, che è peraltro materia di contesa fra gli storici. Di sicuro però lo statista trentino fu un patriota, per dirla con una parola gradita alla Meloni, che a quanto sembra l’ha rimessa in onore.
Il 1923 è l'anno degli anniversari. Per Giorgio Amendola l’anno del teatro. A Milano Wanda Osiris – la celebre signorina, come veniva interpellava nelle interviste e quando doveva andare in scena - debutta al cinemateatro Eden nella compagnia di Carlo Rota. Edito dalla tipografia degli Artigianelli, esce a Napoli “I Priapea” di Angelo Maggi. Il primo di marzo il giornale “Il Toro”, diretto da Corrado Testa e Nino Fiorentini insieme a Leo Longanesi. E' l'anno di Georg Simmel. Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I, entra, ad appena 11 anni, nel Seminario interdiocesano minore di Feltre.
Nel 1952, con il movimento dei Focolari sotto studio da parte della Santa Sede (si dubitava da taluno della sua ortodossia), la Lubich deve rassegnare le dimissioni dalla dirigenza. “Lo studio su Chiara da parte della Santa Sede – conferma Lucia Abignente - c’è stato, ha avuto inizio nel ’48 a seguito di alcune accuse ed è stato un processo lungo e sofferto”. A un certo punto fu chiesto a Chiara di allontanarsi dalla responsabilità del movimento e lei scrisse le sue dimissioni: era pronta a tutto, anche allo scioglimento.
Fedele al motto ideale “Non solo pappette e pannolini”, il Centro di aiuto alla vita di Riva del Garda ha approvato il suo nuovo statuto, secondo cui l’associazione stessa, naturalmente priva di scopo di lucro, opera per un generale rinnovamento della società considerando a tal fine il diritto alla vita come prima espressione della dignità umana, fondamento di ogni altro diritto dell’uomo ed anche – come se non bastasse – “garanzia di una corretta definizione e promozione della libertà, del diritto, della democrazia e della pace”.
Lo zio Francesco Mario si occupava di Giuseppe Mazzini e delle Pasque veronesi. Il babbo Carlo Alberto, vera star dei raduni cattolici della tradizione (dove era assai apprezzato relatore) di Inquisizione vista come “un punto cruciale nella storia della Chiesa”, framassoneria alla conquista della Chiesa ed educazione sessuale intesa quale “tappa massonica verso l'annientamento dell'uomo”. Lui, Francesco Agnoli, respirando in famiglia la fede cattolica e il gusto della scrittura, esordì nel 2002 con una riflessione sulla “Filosofia della luce: dal Big Bang alle cattedrali”. Per Cantagalli è uscito poi il suo “Alcide Degasperi: vita e pensiero di un antifascista che sconfisse le sinistre”.
Sindacalista e politico, deputato nel 1919 e nel 1948 e fondatore della Federazione italiana dei lavoratori del mare, Giuseppe Giulietti (1879-1953) è stato ricordato a Rimini dalla Cgil in occasione del 120. anniversario della locale Camera del Lavoro. Antonio Scurati nel suo M, il figlio del secolo ne parla come del “potente capo della Federazione della gente del mare, alleato di D’Annunzio in nome della libertà dei popoli e di un complicato braccio di ferro con il governo italiano mirato a ottenere concessioni ai lavoratori del suo sindacato,
“Principe delle parole”, devoto di Padre Pio, che lo unì in matrimonio a Teresa (in quell’occasione Gino Latilla vide il santo frate in bilocazione), Luciano Rispoli fece del garbo la sua cifra stilistica, come bene ha rilevato Pippo Baudo, anche se egli non amava - assicura Mariano Sabatini, che lo affiancò quale autore - l’aggettivo “garbato”. La sua era piuttosto una tivù dalle intenzioni educative, se non anche didattiche. Una televisione civile, e per farla zio Luciano si aiutava collo champagne, mica – diceva - con un qualsiasi vinaccio laziale.
Le famiglie italiane, vittime di vere e proprie vessazioni a tutte le ore del giorno e, da qualche tempo, anche nelle ore serali, subiscono aggressioni dal telemarketing, ricevendo proposte straordinarie e, molto spesso menzognere, per contratti di energia, telefonia, trading online, con una varietà fantasiosa di proposte. Sarebbe molto interessante che il Ministero competente aprisse un’inchiesta per verificare come queste ditte sono venute in possesso dei tabulati, evitando di coinvolgere il Garante che allo stato dei fatti non ha affatto garantito i cittadini.
Negli anni della sua attività provinciale fu dossettiano e fanfaniano, comunque “contro il clericalismo deteriore, che si esprimeva e si esprime in certa destra”. Zio Flam proveniva dal movimento cattolico, in particolare da un ambiente che a Trento “fece storia”: la Juventus, un’associazione di studenti medi - animata da don Oreste Rauzi - che ci teneva a marcare la propria autonomia dall’Azione cattolica nazionale e che a Piccoli insegnò la religione della libertà (anche di quella religiosa). In occasione del cinquantesimo di sacerdozio del vescovo di Trento monsignor Carlo de Ferrari, Flaminio Piccoli ne ricordò gli “anni di paternità spirituale, nel dolce segno della Grazia santificante”, alla quale – aggiunse - “ha chiamato con serena insistenza e con profonda consapevolezza il popolo cristiano”.
Figura insigne in campo biblioteconomico è quella di Igino Giordani, bibliotecario e direttore di una scuola di biblioteconomia, che dal 1954 lavorò come consulente alla biblioteca della Camera dei deputati, dove tra l’altro introdusse un nuovo sistema di catalogazione. Aveva prima seguito, per conto della Biblioteca Vaticana corsi di biblioteconomia e bibliografia nelle università di Ann Arbor, Michigan e New York. Proprio nei mesi della Conciliazione, e precisamente il 1° marzo 1929, Alcide De Gasperi vide accolta la sua richiesta di ottenere un’occupazione presso la Bivblioteca Vaticana. Il vescovo di Trento monsignor Celestino Endrici, ne aveva patrocinato l’assunzione.