Flaminio Piccoli nacque nel 1915 a Kirchbichl un paesino del Tirolo austriaco, dove la famiglia era stata internata allo scoppio della prima guerra mondiale. Morì a Roma nel 2000.

Durante la gioventù partecipò attivamente alla vita dell'Associazione studenti medi cattolici Juventus e alla Associazione universitaria cattolica trentina.

Durante la guerra mondiale prestò servizio sul fronte occidentale, in Albania e in Montenegro dove conseguì la medaglia d'oro al valor civile per aver tentato di salvare uno dei suoi soldati in procinto di annegare.

Dopo l’8 settembre,  a Grenoble,  riuscì  a fuggire dal treno che portava i soldati italiani prigionieri dei tedeschi nei campi di prigionia a Leopoli, e rientrò a Trento in modo rocambolesco, aiutato dal “maquis” francese.

Coinvolto dal fratello Nilo (che sarebbe stato Sindaco di Trento dal 1951 al 1964) nella resistenza trentina, all'indomani della Liberazione fu tra coloro che avviarono l'organizzazione della Democrazia cristiana trentina. Nella prima riunione del comitato promotore del partito, che si svolse il 7 maggio 1945, fu incaricato dei rapporti con la stampa e rappresentò la Democrazia cristiana nella direzione dell'organo del CLN di Trento "Liberazione nazionale".

Nell'agosto 1945 fondò il settimanale "il Popolo trentino", che nel 1946 divenne quotidiano e dal 1951 assunse il nome de "l'Adige", mantenendone la direzione fino al 1977.

Dopo essere stato presidente della giunta diocesana di azione cattolica, nel 1958, a 44 anni, venne eletto alla Camera dei deputati, mandato in cui fu ripetutamente riconfermato fino al 1992, poi senatore nella legislatura 1992-94.

A Roma fece parte del gruppo centrale del partito "iniziativa democratica", assieme a Moro, Zaccagnini, Rumor, Colombo, Andreotti, emergendovi rapidamente, fino ad assumere nel 1963 la vice segreteria politica. Fu due volte segretario del partito, nel 1969 e dal 1980 al 1982. Dal 1970 al 1972 fu ministro delle partecipazioni statali e dal 1972 al 1978 presidente dei deputati democratici cristiani fino a quando fu chiamato a succedere ad Aldo Moro, assassinato dalle Brigate rosse, nella carica di Presidente del Consiglio nazionale del partito. Dal 1979 al 1984 e’ stato parlamentare europeo.

Ha retto il segretariato internazionale dei giornalisti cattolici ed è stato per molti anni Presidente dell'unione cattolica della stampa italiana.  Nel giugno 1986 è stato eletto presidente dell'Unione mondiale dei democratici cristiani. Nel corso della sua  esperienza parlamentare è stato anche Presidente della commissione esteri.

Da tutto il suo impegno risulta che fu prevalentemente un uomo di partito, che lavorò sempre per l'unità della Democrazia cristiana, con un forte pragmatismo e una visione moderata nel contrastare le spinte ideologiche più  radicali sia a destra che a sinistra. Nell'ambito della sua segreteria politica fu rilevante il tentativo di aprire alla società civile con l'"Assemblea degli esterni".

 

Paolo Piccoli