La Democrazia Cristiana di Roma e Lazio, in occasione della giornata dell’Europa che celebra l’anniversario dei primi basilari passi dell’integrazione europea, voluta da Schuman, De Gasperi e Adenauer, che seppero rendere comune l’idea di un’Europa unita, partendo dalla “Dichiarazione” con cui R. Schuman proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), preludio di un’Europa unita, costruita sui tre fondamentali pilastri:
— spirito di fraternità, fondato sulla concezione della democrazia;
— integrazione politica, come espressione di un completamento necessario all’integrazione economica;
— solidarietà universale,
sottolinea tutta la lungimiranza di tale idea e del cammino non facile, come lo stesso Schuman ebbe a prefigurare:
“L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”.
Non meno eloquente e profetica riteniamo essere stata questa sua ulteriore saggia considerazione:
“Ci avviamo verso una concezione del mondo dove si delineeranno sempre di più la visione e la ricerca di ciò che unisce le nazioni, di ciò che esse hanno in comune e dove si potrà conciliare ciò che le distingue o le oppone”.
Alla grande intuizione di Schuman, cui si unirono De Gasperi e Adenauer, se da una parte ne è seguito un processo di costruzione dell’Europa unita, in aderenza allo spirito iniziale, riuscendo a dare concretezza ad un coraggioso progetto di ampliamento della platea dei suoi membri, giungendo all’attuale numero di 27, ed altri in attesa di perfezionamento della richiesta di adesione; dall’altra questo nostro Organismo sovranazionale non ha saputo ben calibrare le sfide che un così ampio allargamento, fino alle porte dell’Eurasia, richiedeva, soprattutto in quel fianco ove più evidente si poneva il dilemma se guardare ad Ovest o ad Est.
Oggi più che mai le Istituzioni europee, ed i paesi membri, hanno il dovere di colmare questo gap, rimodulando secondo la realtà e i bisogni di oggi, i vecchi Trattati così da delineare un più efficace ruolo di pacificatori Est-Ovest, e ridare forza al processo di de-escalation nucleare per il futuro del mondo e per la pace in Ucraina e nei tanti teatri di guerra.
Un passaggio inevitabile che dia tempestivamente la percezione di aver saputo cogliere quel sentimento di impotenza che sta attraversando gli animi e le coscienze di tanti cittadini del nostro vecchio Continente e trovi la giusta risposta al groviglio di interessi, di sicurezza e di giustizia, non potendosi accettare che, dopo le brutalità e l’orrendo abisso di due guerre mondiali, si faccia ancora una volta ricorso alle armi e ancora più spaventosamente a minacce nucleari, vanificando quella “mission” di solidarietà universale e di rispetto dei popoli cui ci richiamava Schuman.
Auspichiamo che altrettanta sensibilità alla cessazione del conflitto e alla de-escalation militare, in questo giorno in cui i popoli dell’Ue e della Federazione Russa sono impegnati a celebrare ricorrenze generate da precipui valori di pace e di difesa della patria, induca il presidente Putin e il presidente Zelenskij, a porre fine, prima possibile, ad ogni azione militare, trasferendo ogni ragione di controversia ai tavoli negoziali.
Luigi Rapisarda, DC Roma e Lazio