Cesare Hoffer, che è nel direttivo dell’associazione, è una fonte viva di memorie e rappresenta, come usa dire, un valore aggiunto. Con queste parole, più o meno, Monia Di Mauro ha introdotto l’ospite dell’ultimo appuntamento proposto nell’Alto Garda dall’associazione “Trentino storia territorio” a chiusura di un’intensa stagione d’incontri.

Molti hanno un sogno nel cassetto, ma Hoffer il suo sogno l’ha trovato in una scatola di cartone: quella dove il bisnonno Cesare Bertanza conservava la sue cose. Questo Bertanza, irredentista fervente e uomo del popolo, era un punto di riferimento per la collettività (che forse allora era ancora una comunità) e da lui il nuovo Cesare – quello che ancora vive e lotta insieme a noi – ha ereditato la sua passione per la vecchia Riva, forse oggi mitizzata come un’epoca d’oro che non torna più. L’epoca in cui le gardesane ancora non esistevano e l’autostrada era il lago. 

Cesare Hoffer porta il suo nome in onore del bisnonno, di cui auspica una pronta ma ponderata valorizzazione civica. Anche perché Bertanza è il ricordato autore delle “Effemeridi rivane”, un elenco cronologico di avvenimenti della vecchia Riva che lo stesso Cesare primigenio definì un semplice “diario di notizie rivane”.

 

 Ruggero Morghen