“Ieri eravamo al Kolping, oggi siamo al Muse di Trento, in un contesto davvero molto bello” ha detto soddisfatto il presidente Gianfranco Benincasa introducendo i lavori dell’annuale assemblea dei giornalisti del Trentino Alto Adige, convocata per approvare il conto consuntivo 2023 e il bilancio preventivo 2024 dopo la presentazione delle relazioni del tesoriere e del collegio dei revisori dei conti. 

Fare informazione oggi – ha affermato il presidente – è un lavoro complesso ma imprescindibile per una democrazia compiuta e completa, per quella libertà di stampa sempre sbandierata da tutti ma sempre meno rispettata. “Libertà di stampa che significa anche, non dimentichiamolo mai, responsabilità e competenza da parte nostra”. 

Richiamato il doveroso “rispetto dei fatti” invocato da Sergio Mattarella, si è detto a Trento che il mestiere è cambiato (“non è più quello”), per cui occorre professionalizzare sempre di più la categoria con la nascita di una facoltà di giornalismo. Importante anche promuovere corsi deontologici, pure interamente in tedesco. Così Fabrizio Franchi, mentre Rocco Cerone ha segnalato l’esistenza di un’armonica collaborazione tra ordine e sindacato nel nome di un’informazione professionale di qualità.

Dal canto suo Diego Andreatta, direttore del settimanale diocesano “Vita trentina”, ha evocato il fantasma dell’UCSI, organismo già identitario e confessionale ma ora no. “Non è più tempo di queste cose” ha giurato Andreatta, mentre Patrizia Belli, premiata per 40 anni di giornalismo e seguita dagli sguardi dei più, ha detto trasognata “È stato un viaggio bellissimo”. Un viaggio condiviso da altri 23  giornalisti con 40 anni giusti di iscrizione all’Albo, mentre 11 sono i nuovi professionisti  entrati nella numerosa famiglia (1.833 gli iscritti) dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige Südtirol. 

 

 Ruggero Morghen