Due vicepresidenti a confronto a Palazzo della Provincia, in piazza Dante a Trento. Uno è Pino Morandini, che riveste quest’incarico nel Movimento per la vita a livello nazionale, l’altra è Francesca Gerosa, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento (con delega alla famiglia e alla scuola) che ha una formazione sociologica e proprio con Morandini ha iniziato la sua attività politica in una lista civica per le comunali del capoluogo trentino. Logico quindi che lei, autorevole esponente di “Fratelli d’Italia” ora nelle istituzioni, abbia ascoltato con attenzione le parole dell’antico suo capocordata. La scuola – ha detto in sostanza Morandini – oggi segue le mode ed ospita ideologie che dovrebbero restare fuori, mentre dominano conformismo e rassegnazione. Ecco perché occorre tornare ai fondamentali, all’insegnamento dei fondamentali che non appartengono al passato ma son cose essenziali, durevoli “ed anche pienamente laiche, direi”. La scuola – ha proseguito – non può svilire la fatica educativa delle famiglie, promuovendo ad esempio “corsi sull’affettività e la sessualità da cui può passare di tutto, a partire dal gender”.
All’incontro colla vicepresidente della PAT Morandini non era solo ma accompagnato dai responsabili dei Centri di aiuto alla vita del Trentino, organismi – ha precisato – che da anni stanno supplendo a molte carenze della Provincia. Gli intervenuti hanno lamentato una caduta della sessualità e della relazione nella società odierna ed indicato nella pornografia una dipendenza nascosta e, quindi, una delle urgenze. S’è parlato anche di competenza educativa, di fatto educativo, di potestà educativa (da ripristinare), di mondo delle famiglie e di comunità educante. “Occorre rispetto delle regole” ha ammesso la Gerosa, ma le regole a loro volta presuppongono valori da conoscere e condividere. “A monte della regola - secondo il Pino nazionale – c’è qualcosa che la giustifica e la tiene viva”. “Tu sei unico, tu vali” dice poi la pubblicità, ma spesso i ragazzi vengono trattati in modo piatto e uniforme, senza ben valutare e valorizzare le specificità dei singoli.
Ruggero Morghen