Biasimare certi cittadini per la loro superficialità politica, è un atto di onestà.
Ci sarà stato come un vento di felicità quando la parola democrazia iniziò a prendere posto in ogni lessico e a introdurre la grande cultura della libertà. Nei tempi moderni, sembra però che il concetto di libertà non sia vissuto in modo assennato e si assiste ad un uso un po’ scriteriato della parola. C’è chi, interpretando la libertà in modo narcisista ed eccentrico, si sente come “illuminato” su tutto.
Poniamo, per esempio, di cercare alternative agli aeroplani e di iniziare un confronto; ci sarà anche chi proporrà una gigantesca fionda con dei grossi elastici per “lanciare” chiunque ovunque, ma nel campo delle scienze cosiddette esatte, una tale proposta apparirebbe subito assurda; in politica invece non è così. La libertà di parola dovrebbe tenere conto della competenza e della saggezza, ma c’è chi ne fa abuso per apparire come dotato di forte personalità e di competenze che non ha; ciò porta inevitabilmente alla confusione di mille inutili starnazzi e scatena le millanterie di certi “duri” che vogliono mostrare gli “attributi”, indipendentemente da ciò che valgono o sanno.
E che dire quando dette millanterie appartengono a nominati, eletti e governanti?
Certa genericità, per dirla con educazione, è limitativa di per sé, ma è gravissima se si pensa al danno che procura alla vita dei cittadini.
L’ambito politico e istituzionale emette troppe dichiarazioni che alla fine risultano delle sciocchezze che, pur ponendosi come illuminate tesi da seguire, si ergono sulla scenografia invece che sul raziocinio.
Le parole, le opinioni e i pensieri assurdi portano a insormontabili intoppi; dichiararsi competenti sfoggiando i “muscoli” al posto del cervello, dovrebbe essere un costume meno impunito.
Beffando la realtà, i nostri portavoce della politica istituzionale raccontano le cose come vogliono e il nobile compito di dedicarsi allo sgravio dei problemi dei cittadini, è soppiantato dalla brama di rimanere fortemente “avvitati” ai viziosi agi del potere.
Il popolo ha sognato, manifestato e urlato, tuttavia non ha ancora saputo trovare la via per ottenere giustizia e rispetto.
Per meritare la democrazia, dopo tante sconfitte e delusioni, sarebbe finalmente il caso di capire come ragionare e come agire.
Nell’istituzione politica continua a serpeggiare certa becera difesa dell’assurdo, ma nell’azione e nel metodo della politica popolare, il raziocinio non ha ancora avuto genesi.
Il popolo intende continuare così ancora a lungo?
Giannantonio Spotorno