Emilio Giuseppe Ernesto Colombo nacque a Potenza, l’11 aprile 1920 e concluse la sua vita terrena a Roma il 24 giugno 2013.
E’ stato padre costituente della nostra Repubblica Italiana, statista, e ha contribuito alla rinascita economica dell’Italia e dell’Europa.
Colombo avvertì fin da giovane acuti e profondi gli ideali della cultura politica dei “Liberi e forti” di don Luigi Sturzo.
Cresciuto nell’Azione Cattolica lucana - sotto la guida di Mons. Vincenzo D’Elia e del Vescovo di Potenza, Mons. Augusto Bertazzoni - per poi diventare vice presidente nazionale della Gioventù italiana dell’Azione Cattolica nell’immediato dopoguerra - guidato da mons. Giovanni Battista Montini, poi Papa Paolo VI - ha coniugato nella sua azione di governo la sua ispirazione cristiana dell’essere al servizio della persona e del bene comune con la competenza tecnica acquisita in politica.
Al suo nome si legano le grandi riforme del secondo dopoguerra italiano: da Sottosegretario prima e poi Ministro dell’Agricoltura: Lodo di Melissa, Riforma Fondiaria ed Agraria, Bonifiche del Delta del Po; da Ministro del Commercio Estero, prima e poi dell’Industria: la convertibilità della lira per i pagamenti delle transazioni commerciali internazionali, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, istituzione della commissione sull’antitrust; come Ministro del Tesoro la difesa della lira facendo dell’Italia la quinta potenza mondiale economica e l’informatizzazione conti pubblici italiani.
In campo internazionale al suo nome sono legate la istituzione della FAO a Roma nel 1950, i Trattati di Roma sulla Comunità economica europea nel 1957, il superamento della prima crisi europea con la Francia nel 1965, il negoziato per l’ingresso della Gran Bretagna nella CEE, la ripresa dei rapporti con la Cina maoista nel 1971.
Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1970 guidò un governo che dovette reggere l’onda d’urto dell’eversione terroristica iniziata con i fatti di Reggio Calabria e culminati nel tentativo del golpe Borghese.
Durante la sua presidenza per la prima volta il divario dei redditi Nord/Sud si ridusse del 60% rispetto agli anni passati. Come Ministro del Tesoro nei governi Rumor e Moro (1973-1976) evitò le forti speculazioni sulla lira e fece ammettere l’Italia al primo vertice dei 7 paesi più industrializzati del mondo, il cosiddetto G7, nonostante il tentativo di esclusione da parte del asse franco tedesco con gli Usa ostili al cosiddetto compromesso storico.
Sostenne la linea del governo Moro e quella di Moro presidente della Dc.
Presidente del Parlamento europeo nel 1977 e nel 1979 indisse le prime elezioni europee a suffragio universale diretto. Nel 1980 Colombo, appena nominato Ministro degli Esteri, forte della sua esperienza maturata in campo internazionale, da ministro del Tesoro, da Primo ministro, al vertice europeo di Venezia si fece promotore della dichiarazione di “due popoli, due stati” per porre fine al conflitto tra israeliani e palestinesi, riportando così l’Italia ad avere un ruolo di primo piano nel Mediterraneo, continuando nel solco del “neo atlantismo” quale nuovo orientamento della politica estera italiana tracciata dal suo predecessore Aldo Moro.
Infatti, nel 1982 il nostro paese assunse l’iniziativa di inviare una forza internazionale di peace keeping in Libano superando le diffidenze statunitensi e assumendone il comando.
Colombo con il suo omologo tedesco Genscher, fu promotore ed estensore nel 1983 della Dichiarazione Solenne di Stoccarda per il rilancio di una Europa più politica e meno tecnocratica, quale premessa di una speranza dei popoli liberi e democratici ancora divisi dalla “cortina di ferro” imposta da Yalta del 1945.
Sarebbero passati pochi anni e il 1989 con la caduta del Muro di Berlino la sua visione si realizzò. Colombo amava dire: ”Vorrei dare a ciascuno di voi i miei occhi per farvi vedere cosa eravamo e cosa siamo oggi: solo cosi potete essere responsabili del vostro presente e immaginare un futuro sempre migliore senza mai dimenticare che chi opera in politica deve servire l’uomo e la sua comunità e non il particolare, perché i popoli devono vivere anche di speranze”.
Parole pronunciate a Matera nel 2012, l’anno prima della sua morte per ricordare la rinascita della città avviata nel 1952 e diventata poi Capitale Europea della cultura nel 2019.
Oggi con la possibilità di poter accedere agli archivi di tutti i paesi dei grandi leader del Mondo di quegli anni, non vi è inventario che non contenga il riferimento a “Emilio Colombo” con verbali colloqui, testi e note a sua firma.
La Storia lo conosce, altri chissà?
Peppino Molinari