Di scrittura femminile/femminista europea in età medievale e moderna ha parlato ad Abano Terme Ruggero Soffiato. 

Ecco, ma non tra le protofemministe, la veneziana Cassandra Fedele (1465-1558). Figlia di Barbara Leoni (proprio come la nota amante e musa di d’Annunzio!), Cassandra canta versi improvvisati al banchetto del doge Agostino Barbarigo e pronuncia, nell’università di Padova, un’orazione in lode delle scienze, senza contare la sua “Oratio pro Bertucio Lamberto”, suo parente. “Priora del hospedal delle donzelle”, Cassandra fu ritenuta un “miracolo di dottrina e di eloquenza”. Poliziano, ammirato, disse di lei che maneggiava il libro al posto della lana. Ci rimangono le sue lettere: anche a due papi, cui chiede aiuto quando “le difficoltà premono”.

Pure santa Chiara d’Assisi (1193-1253), fondatrice dell'Ordine delle Clarisse, scriveva: ecco la Regola e la corrispondenza con Agnese di Boemia, di cui restano poche testimonianze. Chiara Augusta Lainati ne parla nella sua “piccola vita di santa Chiara” col proposito di renderla “quale essa è, viva ed attuale in pieno secolo XX, modello agli uomini di oggi, e non personaggio relegato sullo sfondo di uno scenario medioevale”. Papa Alessandro IV la annoverò tra le sante vergini con la bolla Clara claris praeclara. In essa, tra l’altro, affermava: “O meravigliosa e beata chiarezza di Chiara! Quanto maggiore è l’amore e la cura con cui si indaga questa luminosità nei singoli fatti particolari, tanto più luminosa la si riscontra in ciascuno! Ella veramente rifulse mentre viveva nel mondo, ma più vivida risplendette nella vita religiosa; brillò come raggio nella sua casa paterna, ma nel chiostro irradiò come un sole. Scintillò in vita, ma dopo morte splende radiosa. Fu chiara in terra, ma in cielo rifulge di immenso chiarore”. Viene in mente la testimonianza di suor Filippa, secondo cui “passò de questa vita al Signore la predetta madonna Chiara, veramente chiara senza macula, senza oscurità de peccato, alla clarità de la eterna luce”.

Il 23 aprile 1944 Giosi Guella ascoltò a Trento Chiara Lubich, che ancora non conosceva, parlare proprio di santa Chiara d’Assisi. La fondatrice dei Focolari lo avrebbe fatto anche negli anni a venire, in svariate occasioni, fin quasi ad identificarvisi. “Sempre Chiara – ricorda ad esempio Palmira Frizzera – dava una parola togliendola dalla vita di santa Chiara”. L’11 agosto 2004, festa di S. Chiara, la Lubich (ormai 84enne) tornava sul tema, evidentemente nient’affatto periferico per il movimento, parlando di “Unione con Dio in Santa Chiara d’Assisi”. Nell’occasione confermava che la santa, essendo accesa dell’amore di Dio, portava nella vita della Chiesa una novità autentica. 

 

Ruggero Morghen