Giuseppe Dossetti nacque il 13 febbraio 1913 a Genova. A 21 si laureò, a Bologna, in Giurisprudenza. Presso l’Univeristà Cattolica del Sacro Cuore in Milano fu professore incaricato di Diritto ecclesiastico. Costì ebbe modo di conoscere Lazzati, Fanfani, La Pira ecc. La sua carriera politica nella Democrazia Cristiana fu rapidissima: vice segretario del partito nel 1945, il 2 giugno del 46 viene eletto alla Costituente e nominato membro della "commissione dei 75" incaricata di elaborare il testo della Costituzione per la cui elaborazione ebbe un notevole ruolo.
Svolse un lavoro intenso nella prima sottocommissione, che si occupò dei "diritti e doveri dei cittadini" portando tutto il peso della sua preparazione giuridica e i suoi interventi furono sempre di alto livello.
Dossetti sognava una “Costituzione in senso forte", ossia che non fosse solo un insieme di leggi e norme, ma che contenesse in sé valori etici e morali in grado di farla apparire come il patto di una civile e fruttuosa convivenza con un forte afflato rivolto verso il futuro. Con l’obiettivo di "ricostruire la comunità".
In questo stesso anno fondò con Fanfani, La Pira e Lazzati l'associazione "Civitas Humana", il cui programma era già insito nel nome.
Furono anni in cui la DC e l'Italia erano guidati da un uomo fuori del comune: Alcide De Gasperi.
E furono anni terribili, in cui il Paese dovette ritrovare sé stesso, dopo le lacerazioni di una guerra fratricida, e in cui i guasti provocati dagli eventi bellici hanno accentuato le tensioni sociali.
Dossetti cercò una via politica originale: la costruzione di una "democrazia sostanziale”. Lo scontro all’interno della DC fu inevitabile. Nel 1947 fondò il quindicennale Cronache Sociali.
La Democrazia Cristiana alle elezioni del 2 giugno del 46 per l'Assemblea Costituente conquistò la maggioranza relativa, col 35,2% dei voti e 207 seggi su 556.
Ma l'attività politica quotidiana non soddisfaceva più le urgenze del cuore di Giuseppe Dossetti. E infatti alle elezioni del 1948 avrebbe voluto non ripresentarsi: nutriva posizioni molto critiche sia rispetto a De Gasperi sia nei confronti dei Comitati civici di Gedda.Tornò sui suoi passi solo per obbedienza a Monsignor Montini.
E il 18 aprile del 48 il 48,5% degli elettori scelsero lo scudocrociato.
E fu proprio da questo consenso popolare così ampio che nacquero (o si acutizzarono) i problemi interni del partito.
La Democrazia Cristiana ormai esprimeva due anime: quella di De Gasperi e quella di Dossetti. Quella del partito di governo e quella degli ideali.
Dopo uno scontro con Alcide De Gasperi al Congresso di Venezia del 1949 della DC sulla politica sociale ed economica, che tardava a venire incontro "alle attese della povera gente" e l'opposizione di Dossetti al Patto Atlantico egli decise di ritirarsi dalla vita politica.
Quando si rese conto che la sua visione politica non era realizzabile, lasciò la politica. Fu leale finché fu nel partito. Nel 1951, dinanzi all’impraticabilità della sua proposta politica, si ritirò dal Parlamento, dal partito e dallo stesso impegno universitario.
Nel 1956, concorse senza successo, in gara con Giuseppe Dozza, alla poltrona di sindaco di Bologna, ma in quel Consiglio comunale restò per due anni.
La nuova scelta di Dossetti fu quella di lavorare profondamente per un rinnovamento della Chiesa che solo avrebbe consentito una diversa qualità della politica da parte dei cattolici. Decisivo fu l’incontro con il cardinale Giacomo Lercaro.
Il giorno dell'Epifania del 1956 pronunciò i voti religiosi nelle mani del cardinale Lercaro, arcivescovo di Bologna che pochi mesi prima aveva approvato la regola della comunità monastica della "Piccola Famiglia dell'Annunziata", fondata su "silenzio, preghiera, lavoro e povertà".
Dossetti nel 1959 fu ordinato sacerdote.
Durante il Concilio Vaticano II fu collaboratore di Lercaro che lo volle con sè come suo perito personale e poi fatto suo pro-vicario a fine Concilio.
Il 27 gennaio 1968, dopo la dura condanna di Lercaro contro i bombardamenti in Vietnam - posizione in evidente contrasto con la diplomazia vaticana – Paolo VI comunicò la sua definitiva decisione di rimuovere l’Arcivescovo dalla sede di Bologna.
Un tale provvedimento coincise con il ritiro di Dossetti nella sua comunità monastica. Visse da allora in diverse case della sua comunità, in particolare in Israele.
Di Dossetti è rimasta un'amplissima produzione saggistica, giuridica, politica e religiosa.
Il 15 dicembre 1996 don Giuseppe Dossetti morì a Monteveglio e volle essere sepolto a Casaglia di Monte Sole, dove sorge una delle comunità da lui fondate, con i martiri dell'eccidio nazifascista di Marzabotto.
Teofilo